Sul prestito dell’Uomo Vitruviano ancora nessuna intesa tra Italia e Francia
Il quotidiano Le Figaro dà per sicura l’esposizione al Louvre, il ministro per la Cultura smentisce: «Non esistono accordi»
INTERPRESS/TAGLIAPIETRA-GALLERIE DELL'ACCADEMIA.
VENEZIA. La Francia è sicura che il capolavoro di Leonardo andrà a Parigi. Nel supplemento culturale del lunedì del celebre quotidiano Le Figaro, in prima pagina, spiccava il titolo in rima «L’Homme de Vitruve présenté au Louvre», firmato dalla corrispondente italiana Valérie Segond. L’opera, la più famosa del maestro del Rinascimento e tra le più conosciute in tutto il mondo, è stata richiesta per la mostra su Leonardo, morto in Francia nel 1519, che si terrà al Museo Louvre in autunno. Lo scorso ottobre le Gallerie dell’Accademia avevano detto no ma, al di là delle spiegazioni tecniche del comitato scientifico, le principali motivazioni erano essenzialmente politiche.
Foto Agenzia Candussi/Furlan/Via Poerio, Mestre / Inaugurazione museo M9, nella foto Bonisoli
Dopo la notizia rivelata dalla Nuova Venezia su una trattativa riservata in corso per riconsiderare il prestito alla Francia dell’Uomo Vitruviano conservato alle Gallerie dell’Accademia, il capolavoro del maestro del Rinascimento è di nuovo al centro di un crescente dibattito nazionale e internazionale.
Foto Agenzia Candussi/Furlan/Via Poerio, Mestre / Inaugurazione museo M9, nella foto Bonisoli
Il Mibac, pur confermando che ci siano delle urgenti verifiche in corso per capire se l’opera potrà essere prestata ai vicini francesi, contesta il famoso quotidiano d’oltralpe accusandolo di non aver verificato l’informazione e ribadisce che non c’è ancora nulla di ufficiale. Tuttavia Le Figaro nella giornata di ieri ha continuato a mantenere la notizia sul sito online, senza apportare nessuna modifica. Se nei giorni scorsi sulla spinosa questione il ministro Alberto Bonisoli non era mai intervenuto di persona, ieri ha detto: «Sul prestito dell’Uomo Vitruviano non sono mai stati fatti accordi» ha precisato il ministro del Mibac, aggiungendo, a proposito dei due incontri avvenuti con l’omologo ministro francese Franck Riester, che si era solo deciso «che sarebbero stati svolti degli approfondimenti dai rispettivi uffici tecnici sulle opere che avrebbero potuto essere oggetto di eventuali reciproci prestiti». Il Museo Louvre afferma che al momento non ha nessuna dichiarazione da rilasciare, ma si sa che la risposta dovrebbe arrivare molto presto.
Attualmente sembra che il Mibac stia prendendo tempo. Si può quindi ipotizzare che la risposta non arrivi perché le verifiche tecniche in corso non sono ancora ultimate, ma perché, al di là del parere ulteriore che dovrà dare il comitato scientifico, ci sono delle motivazioni ancora una volta politiche che riguardano le relazioni tra i due Paesi.
Nonostante ultimamente i due ministri abbiano dato prova che il clima sia più disteso, ci sono altre questioni in ballo. La prima è un conflitto all’interno dello stesso Movimento Cinquestelle che vedrebbe Bonisoli e Giovanni Panebianco, attuale direttore delle Gallerie dell’Accademia per avocazione, propensi a riconsiderare un eventuale prestito e alcuni senatori, per esempio la veneta Orietta Vanin e Michela Monteveccchi, vice presidente della Commissione cultura del Senato, contrarie. In più in ballo ci sono anche dei prestiti che servirebbero all’Italia il prossimo anno per le celebrazioni dei cinquecento anni di Raffaello. Tali opere le sono in Francia e non è sicuro che verranno spostate.
Per adesso chi vuole vedere il delicato disegno dell’Uomo Vitruviano, nel caveau blindato dal 2013, dovrà venire a Venezia, dove sarà esposto nella mostra in suo onore che si inaugura alle Gallerie dell’Accademia il 17 aprile. —
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