Sui resti del tornado, Scaldaferro rilancia ristorante e gelateria

Dolo. Il Torronificio sta ampliando la zona dell’ex Alla Posta Danneggiato a luglio, ospiterà anche camere per turisti

DOLO. Il tornado non ha fermato l’imprenditoria della Riviera del Brenta. L’attività del Torronificio Scaldaferro si amplia e nell’edificio che per anni ha ospitato l’ex ristorante Alla Posta che si trova a ridosso dello stabilimento, nasceranno una gelateria, un ristorante e anche una struttura ricettiva. Verranno realizzate alcune camere per i turisti decisi a visitare la Riviera. Dalle macerie è nata la voglia di dare nuovo impulso all’attività.

Ad anticiparlo è il proprietario dello storico Torronificio, Pietro Scaldaferro. «Dopo una gestione esterna pessima dell’ex ristorante alla Posta, abbiamo deciso d’ora in poi di tenerci per noi quell’edificio», spiega Scaldaferro. «Il 2 aprile sarà aperta una gelateria artigianale con una produzione propria. Sarà una gelateria pensata per lo più per una produzione locale. Saranno impiegati due dipendenti. Il nostro gelato sarà un gelato naturale e genuino. Questa prima apertura in un’area che era stata colpita dal tornado dello scorso 8 luglio è un segno concreto della grande voglia di ripartire e fare impresa per valorizzare il nostro territorio».

Ma non sarà solo la gelateria la novità. Sarà aperto anche un ristorante nel retro dell’edificio che ospitava la locanda Alla Posta, e il piano superiore della stessa struttura sarà destinato a camere per turisti. Intanto prosegue a ritmo serrato il riordino dell’area produttiva del Torronificio che si trova in via Ca’ Tron 31 lungo la Brentana a Dolo e che occupa 15 dipendenti. Scaldaferro produce il mardorlato, eccellenza culinaria che viene ancora realizzata a mano con la ricetta di quasi un secolo fa. Oltre ai classici prodotti quest’anno la produzione vede delle novità: dalle fette sottilissime al pistacchio di Bronte e miele d’arancio, ai biscotti cantucci arricchiti di torrone al pepe di Sichuan (un regione della Cina). Dopo il tornado è stata ricostruita la quasi totalità del tetto, riuscendo a riattivare il laboratorio, le celle frigorifere, lo spaccio e il magazzino. Per il restauro sono già stati spesi 600 mila euro. Ma alla fine il costo complessivo si aggirerà attorno agli 800 mila euro.

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