«Sui Pili il conflitto di interessi è più che evidente»

Bellati e alcune associazioni all’attacco: maggioranza prona al paròn, non discute ma applaude

MARGHERA. Se per i consiglieri del movimento fondato da Beppe Grillo il conflitto di interesse di Brugnaro sulla vicenda dei Pili non esiste, per un nutrito ed eterogeneo cartello di associazione culturali e di movimenti autonomisti si tratta, invece, di una vicenda «a dir poco imbarazzante» per la città e il suo sindaco.

Non va per il sottile e non invoca, come i grillini, il supremo interesse sportivo il comunicato sottoscritto dal “Gruppo Wsm” (Viva San Marco) coordinato da Simone Benetazzo, il “Movimento Venezia Autonoma” guidato da Gian Angelo Bellati, l’associazione “Venezia Cambia” fondata da un nutrito numero di professionisti e semplici cittadini veneziani, il “Movimento Autonomia di Mestre Piero Bergamo” e l’associazione “Effetto Venezia” coordinata dall’architetto Vittorio Urbani.

«Imbarazzante. Un sindaco che vuole costruire su un terreno di sua proprietà aumentandone il valore fino a 40 volte il prezzo dell’acquisto» spiega il comunicato da loro sottoscritto «un blind trust fatto ad hoc che però non impedisce al proprietario di arricchirsi». Per loro il «conflitto di interesse» esiste ed è evidente e sta nella «idea che prima degli interessi della città ci siano gli interessi di un proprietario di terreni», utilizzando «una squadra di pallacanestro gloriosa e amata che è solo uno schermo».

«Perché mai», si chiedono movimenti e associazioni, «il nuovo palazzetto dovrebbe essere fatto ai Pili sugli spazi di un privato, che guarda caso è anche il sindaco, con problemi di viabilità, di concentrazione di traffico in un punto delicato come l’entrata della Città di Venezia? Eppure alcuni di noi avevano prospettato soluzioni diverse, più facilmente attuabili per il palasport». «Non possiamo dimenticare» continuano «che il sindaco, da candidato, aveva promesso che mai avrebbe edificato sui terreni di sua proprietà per non lasciare spazio a sospetti su suoi interessi privati. Lo diceva lui, mica l’opposizione». «Tutto questo è anche eticamente imbarazzante» continuano «impresentabile all’opinione pubblica internazionale, perché in nessun modo in un Paese civile chi guida un’amministrazione pubblica può lasciare il dubbio di favorire se stesso, persone, società a lui vicine». In quanto al consiglio comunale dell’altro ieri, movimenti e associazioni parlano di «una maggioranza in Consiglio che non discute, non dibatte, prona come pare essere alle richieste del “paron”».

«Una terribile sceneggiata» continuano «con la lettura rituale, frasi, pianti e commozioni. Per non parlare dell’uscita plateale dal Consiglio lasciando al proprio posto la Coppa della Reyer. E poi la claque, non si sa se formata da collaboratori di Umana o da tifosi della Reyer, la mancanza di chiarezza sui progetti, sulle vere intenzioni, nessuna documentazione sulla quale poter discutere e il costante atteggiamento non rispettoso della maggioranza verso la minoranza con l’opposizione che si divide nel voto finale».


 

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