Stuzzicadenti nel cuore: salvato da un chirurgo veneto

Straordinaria operazione del chirurgo Salvador di Treviso, l’oggetto forse ingoiato dal paziente con un panino
VICENZA. Uno stuzzicadenti nel cuore: operato e salvato dal chirurgo trevigiano.
 
Un caso quasi unico al mondo. Accade a Vicenza, ospedale San Bortolo. Lo portava, senza saperlo, probabilmente da anni, nella parte destra del cuore, un uomo di 38 anni, E.O., che vive a Costabissara e lavora a Cavazzale. La scoperta shock in una sala operatoria della cardiochirurgia. Il primario Loris Salvador, anche se nella sua vita professionale ne ha visto di tutti i colori, resta ancora stupito. La sua è un’esperienza clinica come poche.
 
Trevigiano, 59 anni, «un fuoriclasse» come lo definì il cattedratico padovano Gaetano Thiene, Salvador ha aperto nuove vie della chirurgia endoscopica mini-invasiva. Da quando ha assistito ancora giovanissimo a Padova al primo trapianto di cuore di Vincenzo Gallucci, ha portato a termine migliaia di interventi. «Ho sentito un oggetto stretto, compatto, dalla linea diritta, appuntito. E quando l’ho visto mi sembrava una follia. Se non l’avessi tirato fuori io con la pinza non ci crederei». Era uno stuzzicadenti.
 
Uno stecchino appena colorato di rosso per la sua lunga permanenza dentro il cuore. Per la precisione nel lato destro. Una posizione che rende più eccezionale una vicenda di per sé già surreale. «In linea teorica - spiega il primario - un corpo estraneo, una volta ingoiato, potrebbe andare ad attaccarsi nel cuore sinistro». Il paziente non ha saputo dare alcuna spiegazione. Mai un disturbo. Neppure una fitta, un dolorino. Niente di niente. Arduo da capire pure per Salvador. Un enigma indecifrabile. «Una cosa che giunga fino a quella parte del cuore deve essere iniettata in vena. Ma in questo caso non è pensabile. C’è una sola ipotesi che può stare in piedi dando spazio all’immaginazione. Forse lo stuzzicadenti è stato ingoiato parecchi anni fa con un panino e si è infilato senza fare danni nell’esofago. Poi sarà avanzato un mezzo centimetro al mese senza mai perforare nulla o forse i tessuti si saranno cicatrizzati subito, e con il movimento del torace avrà trovato un passaggio verso il cuore».
 
Insomma, tante coincidenze e un finale a sorpresa. L’uomo si era presentato in ospedale con un problema non da poco: una endocardite batterica figlia di un’infezione alla tricuspide. Una patologia pericolosa e neppure semplice da diagnosticare. Per capire la natura del disturbo il dottor Salvador ha ordinato una serie di esami fra i quali una Tac. Ed è stata proprio la Tac a far emergere la strana presenza. Una sorta di macchia lunare che sfuggiva a ogni interpretazione. «Abbiamo continuato a guardare questa minuscola striscia all’interno della massa cardiaca ma nessuno riusciva a spiegarsi cosa potesse essere. C’era, comunque, da ripulire la valvola dalla vegetazione infettiva che stava danneggiando il cuore.
 
Per questo ho portato il paziente in sala operatoria, e guardando sul monitor sono entrato nelle cavità cardiache con la tecnica mini-invasiva con cui ormai a Vicenza effettuiamo l’80 per cento degli interventi, quando a un certo punto, muovendo gli strumenti, mi sono imbattuto in questo oggetto estraneo che potrebbe essere stato causa dell’infezione». Il paziente è stato poi trasferito nel reparto di malattie infettive per la terapia antibiotica, e dopo una settimana è tornato a casa.

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia