Studiare e lavorare un successo i corsi della scuola Dieffe
SPINEA. Dallo stage al contratto di apprendistato. Così alla scuola di ristorazione Dieffe si avviano i giovani a trovare lavoro.
La novità si chiama "Sistema duale" e vede già 13 ragazzi al quarto anno del centro di formazione professionale di Spinea lavorare come apprendisti camerieri, barman o cuochi in aziende del territorio.
La novità, è il caso dirlo, punta ora a far scuola: caso emblematico è quello di Elia, 19 anni, che ha iniziato il suo apprendistato come aiuto cuoco in un locale di Mestre quando ancora non aveva terminato il corso di studi. Oggi si trova, alla soglia dei vent'anni, a ereditare il ruolo che il capo chef gli ha lasciato. Può farlo perché ha il bagaglio giusto di competenze che solo un progetto di alternanza scuola lavoro come questo può dargli. La scuola, insomma, non è più solo tra i banchi.
Tanto che Dieffe sta pensando di allargare la proposta anche agli altri anni di studio e ai ragazzi più giovani. La sperimentazione del sistema duale è stata introdotta da un accordo approvato lo scorso settembre dalla conferenza Stato-Regioni e consente di conseguire una qualifica o un diploma professionale attraverso percorsi formativi che prevedono un'effettiva alternanza tra formazione e lavoro. Lo fa per esempio, il celebre Tacco11 di Roberto Pellegrini, noto barman e padre della campionessa di nuoto Federica, che nel suo locale ha accolto Marco, tra i primi ragazzi a sperimentare il sistema. Non uno stage, ma un vero e proprio lavoro, quindi retribuito, anche se Marco rimane studente.
«Di fatto siamo colleghi», spiega Pellegrini, che alla Dieffe insegna pure, «e in questo campo è un successo perché non basta conoscere la materia, ma anche il servizio. E quello lo impari sul campo».
Al sistema ha aderito anche il noto marchio di catering Sale e Pepe: «Per noi è stata una svolta», afferma il titolare Marco Di Nicola, «c'è un approccio diverso con i ragazzi, che possono fare davvero un lavoro a tutto tondo».
Dieffe è tra le prime scuole a cogliere l'occasione offerta dalla nuova normativa, attivando apprendistati di primo livello e sperimentando il nuovo modello. «È anche un modo», spiega il direttore Riccardo Dallavalle, «di evitare la dispersione scolastica: qui i ragazzi percepiscono una busta paga che può dar loro quel minimo di autonomia tanto desiderata a questa età».
E i risultati ne sono la conferma: la percentuale di inserimento lavoro degli ex allievi Dieffe, a sei mesi dal compimento del percorso di studi, è pari infatti all'82%.
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