Studenti infuriati «Via le ruspe dai cubi del parco Bissuola»
Sono arrivati intorno alle tre e mezza del pomeriggio, armati di fumogeni, striscioni, stelle filanti e persino qualche maschera di carnevale, e accompagnati dalla musica hanno presidiato per circa due ore gli ormai famigerati “cubi” di parco Albanese: i giovani attivisti del Coordinamento Studenti Medi di Venezia e di Lo.Co., lo spazio occupato di via Piave, hanno scelto di manifestare così il loro dissenso per l’abbattimento della struttura in marmo e cemento che la Giunta Brugnaro ha deciso di eliminare dal profilo dello spazio verde di via Bissuola.
Martedì, infatti, il parco ha visto l’arrivo delle ruspe e delle escavatrici che nelle prossime settimane dovrebbero rimuovere gradoni, blocchi e scalinate (ma la data precisa di inizio lavori, stando a quanto dichiarato nei giorni scorsi dall’assessore Francesca Zaccariotto, non è ancora definita), e immediata è scattata la protesta: «Non possiamo sperare di presidiare la zona ventiquattro ore su ventiquattro, stendendoci davanti alle ruspe» spiegavano i rappresentanti del Coordinamento, «ma vogliamo diventare un punto di riferimento per tutti gli scontenti, per chi cerca di replicare ai tagli con proposte concrete». Quello dei “cubi”, infatti, per gli studenti è solo l’ultimo esempio di una politica giudicata “escludente” e sterile: «Per il sindaco la soluzione al problema degrado sembra essere tanto migliore quanto maggiore è il numero di panchine, di strutture, di spazi che vengono eliminati o recintati», insistono i ragazzi, «leggiamo che l’intervento sui cubi costerà almeno 60mila euro, perché questi soldi non sono stati invece destinati alla riapertura del vicinissimo Teatro del Parco, per riqualificare finalmente l’area?».
Dopo aver ricoperto di carta colorata i mezzi edili già sul posto, i manifestanti hanno steso eloquenti striscioni sui muri o, di nuovo, sulle ruspe stesse, gli slogan che facevano il paio con i graffiti già tracciati direttamente sul cemento, che a loro volta urlavano il dissenso verso l’amministrazione cittadina; mentre un paio di ragazzi distribuivano volantini ai passanti, i più combattivi spiegavano al microfono le ragioni della protesta, e qualcuno ha persino pensato di metterla in rima, improvvisando un rap contro il sindaco e la Giunta.
A distanza di due ore dall’inizio del picchetto, gli attivisti hanno abbandonato il campo, lasciandosi alle spalle murales e manifesti: «Continueremo a manifestare, vorremmo che questa città tornasse ad investire nella cultura, nei servizi sociali, nell’inclusione; invece si vuole solo accantonare ogni problema, seppellirlo là dove nessuno può vedere. Vogliamo riappropriarci di questi luoghi abbandonati e degradati, senza cancellarli».
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