Struttura abusiva, i Nas chiudono il Tennis club Davis

Carpenedo: da oltre vent’anni il condono non va in porto, ora carabinieri e Asl hanno posto i sigilli ala palazzina che ospita bar, spogliatoi e uffici.

MESTRE. Il tennis club Davis potrebbe avere le ore contate, con almeno 500 soci destinati a trovarsi un’altra sistemazione per praticare il proprio sport preferito. Martedì pomeriggio i Nas dei carabinieri hanno infatti messo sotto sequestro l’area del centro sportivo di via Bixio a Carpenedo, che comprende la palazzina in cui si trovano bar, spogliatoi e servizi igienici, nonché alcuni uffici. Una struttura abusiva, come del resto gran parte del centro sportivo sorto nella metà degli anni Sessanta e ora nel cuore di Mestre. Il Comune, anche a seguito dei sigilli apposti dall’Asl 12 allo stesso bar solo pochi giorni prima, non ha potuto far altro che imporre la chiusura degli spazi, e il futuro dell’intera struttura ora è a fortissimo rischio.

«Quando quel centro sportivo è nato», spiegano dal settore Urbanistica di Ca’ Farsetti, «non era a ridosso del cimitero. Tuttavia, con il passare degli anni, non sono state sanate tutte le posizioni di abusivismo, il vincolo cimiteriale è cambiato per legge nazionale, e con l’ampliamento dello stesso cimitero ora tutto il circolo rientra in zona di vincolo. Quindi non potrebbe di fatto essere lì. Di conseguenza, a meno che non venga fatta una variazione al vincolo e al piano regolatore, il Tc Davis è destinato alla chiusura definitiva».

Attualmente, oltre alla palazzina già citata, il circolo può contare su sei campi da gioco. In queste ultime ore i bambini della scuola tennis hanno potuto continuare l’attività, ma entro pochi giorni verrà a cessare per forza, dal momento che non possono essere neppure montati i palloni pressostatici per la copertura.

Tutto nasce da un esposto presentato agli uffici comunali, ma anche da una situazione che è partita evidentemente male già nel 1965 con l’abuso edilizio, e proseguita negli anni senza che si sanasse la situazione. «Il problema è che la messa a norma dei locali non può essere fatta mancando il condono, di conseguenza senza condono non si può arrivare all’agibilità degli spazi», fa notare l’architetto Riccardo Pietropolli. «Da anni si lavora per risolvere la questione, ma non si è ancora venuti a capo della cosa, e intanto è arrivata questa chiusura. In luglio abbiamo fatto nuove richieste ma senza risposte». Dal 1986 è in piedi la questione dei condoni, complicata però dal susseguirsi di innumerevoli questioni burocratiche e vincoli come quello cimiteriale. Intanto è già partita una raccolta firme, ma sul futuro del Tc Davis si allungano ombre minacciose. «Qualora ci fosse la possibilità di intervenire con una modifica al vincolo», dicono dal settore Urbanistica, «ci vorrebbe almeno un anno, e poi il circolo verrebbe di sicuro ridimensionato a livello di spazi, perdendo qualche campo da tennis».

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia