Striuli taglia i costi dei buoni pasto

L’atto del sindaco contestato dalla minoranza: «Ecco i numeri reali»
COLUCCI - DINO TOMMASELLA - CAORLE - IL SINDACO STRIULI LUCIANO
COLUCCI - DINO TOMMASELLA - CAORLE - IL SINDACO STRIULI LUCIANO

CAORLE. Il sindaco Luciano Striuli (nella foto) blocca l’aumento sui buoni pasto per le scuole previsti dal commissario Piera Bumma, per aiutare le famiglie numerose, ma la minoranza punta il dito sui numeri reali: «Fatto positivo, ma non certo un miracolo economico». Non più tardi di una settimana fa, il sindaco ha stralciato la delibera introdotta dal commissario che vedeva l’aumento di circa 20 centesimi a buono pasto, lasciando la cifra a 3 euro. A puntare il dito sui reali benefici di questa decisione è la consigliera di minoranza Tamara De Lazzari che sulla questione ha voluto specificare alcuni dati, come il fatto che, a partire dal nuovo anno scolastico, il servizio mensa per molte classi sarà eliminato. «Da settembre, i bambini della scuola primaria A. Vivaldi di S. Giorgio di Livenza, (circa 100) non usufruiranno più del servizio mensa in quanto usciranno tutti i giorni alle 13.30 e lo stesso vale per le 10 classi del tempo ordinario della scuola primaria Palladio di Caorle, (altri 200). Quindi ci saranno tra gli 8.300 e 8.400 buoni mensa erogati in meno», spiega De Lazzari.

«Le voci sulle quali agire per agevolare le famiglie più in difficoltà sono altre, basti pensare ai trasporti o ai testi scolastici. Si potrebbe pensare di modulare il costo dei buoni in base alle capacità economiche delle famiglie anziché applicare un taglio lineare. Non dimentichiamoci, inoltre, che tale risparmio se da una parte agevola le famiglie, dall’altra comporta un minor guadagno per la Casa di Riposo Don Moschetta che gestisce la somministrazione dei pasti e permette di avere delle rette a prezzi contenuti».

Gemma Canzoneri

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