Striscione davanti al Comune Così protesta viale San Marco

In ritardo di 6 mesi i cantieri delle fognature, spariti i giochi per i bimbi: il quartiere torna a mobilitarsi «Andremo dal commissario per chiedere che mantenga le promesse fatte dagli ex assessori»
Di Mitia Chiarin

Deve ’na mossa”. Lo striscione posizionato ieri mattina davanti al Polo tecnico degli uffici comunali di viale Ancona dal comitato dei cittadini di viale San Marco si chiude con l’invito, in veneziano, alla macchina comunale, rimasta orfana da lunedì scorso della politica, dopo le dimissioni del sindaco e le deleghe tolte agli assessori, e il “rompete le righe” del consiglio comunale, a continuare ad occuparsi dei problemi dei cittadini. In viale San Marco, in attesa che si trovino in Regione i fondi per le bonifiche dei terreni inquinati dalle produzioni industriali degli anni Settanta, ci sono due urgenze: le fognature da sistemare e i giochi per i bambini, che lungo tutto il viale sono spariti perché gli ultimi ,presenti in una delle corti femminili, sono stati tolti pochi giorni fa perché fuori norma.

Eppure nei mesi scorsi le promesse di attenzione si erano concretizzate nella garanzia data dall’ex assessore Maggioni di 900 mila euro per le fognature che non funzionano più e di altrettanti fondi per interventi mirati da inserire nel prossimo bilancio di previsione. E per i giochi si erano mossi gli uffici dell’ex assessore Bettin per una serie di sopralluoghi con il comitato e la promessa di posizionare prestissimo nuovi giochi davanti al supermercato Cadoro.

Ora che la politica comunale è stata spazzata via dopo il terremoto tangenti per il Mose, i cittadini protestano con gli uffici. Il comitato di viale San Marco ha piazzato ieri striscioni in viale Ancona ma anche davanti alla sede di Veritas di via Orlanda e nel pomeriggio ha organizzato una assemblea con i residenti. Si sono presentati in una sessantina. E altri striscioni sono poi apparsi in giro per il quartiere. «Abbiamo concordato una serie di azioni da portare avanti nei prossimi giorni: chiedere un incontro al commissario, quando arriverà, per illustrargli i problemi e chiedere di mantenere le promesse che aveva fatto la giunta Orsoni», ci spiega Alberto Alberti del comitato. «E poi andremo a posizionare nelle zone del viale transennate perché da bonificare, cartelli che spiegano quali sostanze inquinanti ci sono nel sottosuolo. Una forma di protesta più forte di togliere le transenne, come proponeva qualcuno». La protesta tocca, oltre al Comune di Venezia, anche Veritas perché l’azienda sovrintende al cantiere per le fognature di via Hermada, il primo promesso dall’amministrazione dopo le prime proteste dei residenti del viale.

Cantiere che per la verità si è insediato lo scorso gennaio ma di fatto non è mai partito. «Solo negli ultimi due giorni abbiamo visto del movimento ma di fatto sono sei mesi che in via Hermada non lavora nessuno e siamo preoccupati», dice Renato Darsie della sezione di piazzetta Canova dei Comunisti italiani che partecipa al comitato.

Da Veritas ci viene spiegato, poi, che il cantiere è fermo perché nel sottosuolo durante i primi scavi è stata trovata una tubazione del gas, non segnalata dalle carte, e che va spostata. Da qui, i ritardi. «Il 30 giugno dovrebbe partire il cantiere per lo spostamento della condotta da parte dell’azienda del gas», spiegano dalla società. I lavori di spostamento dovrebbero durare pochi giorni, poi il cantiere delle fognature dovrebbe finalmente partire. Il comitato chiederà anche un incontro al governatore Zaia sulla vicenda dei fondi mancanti per le bonifiche del quartiere.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia