Strisce blu nei centri commerciali escamotage per far pagare la Tari

La grande distribuzione non versa soldi per la tassa sui rifiuti per i posteggi. Il sindaco: «Ci pensiamo» Pellicani: «L’idea era mia. Per 15 mila posti auto, introito di 9 milioni». Coniglio: «Meglio tardi che mai»
Di Mitia Chiarin
Inaugurazione negozio Interspar nell'area del ex deposito ACTV, Via Torino, Mestre
Inaugurazione negozio Interspar nell'area del ex deposito ACTV, Via Torino, Mestre

«Abbiamo una serie di spazi pubblici che sono stati ceduti al Comune in cambio del pagamento degli oneri e non abbiamo incassato nulla. Poi ci hanno tolto con decreto legge le tasse sull’immondizia su queste aree, con minori introiti per il nostro bilancio. Quindi, ora noi stiamo valutando anche questa possibilità: far pagare le sosta nelle aree pubbliche come in tutti i centri commerciali del mondo».

Anche il sindaco Brugnaro conferma che in Comune si sta lavorando per trasformare in strisce blu dove pagare la sosta una quindicina di aree di standard pubblici di parcheggio inserite all’interno delle aree di sosta dei centri commerciali della città. Una questione di «equità sociale», suggerisce l’assessore Renato Boraso, ricordando che ci sono in città due pesi e due misure: l’area commerciale dell’Interspar di via Torino prevede che la sosta si paghi, secondo la convenzione col Comune. Qui una parte del parcheggio è libera e l'altra a pagamento. E poi in centro a Mestre per fare shopping la sosta si paga, anche se a prezzo ridotto (la giunta ha prorogato la delibera) a differenza dei parcheggi di supermercati e centri commerciali, in primis i colossi Auchan, Panorama e Nave de Vero. Tema questo sollecitato più e più volte dai commercianti.

Ma c’è anche un’altra questione, poco nota ai più e che ci viene confermata da fonti Veritas. La legge di stabilità del 2014 prevede nelle aree commerciali con posti auto gratuiti che la Tari, la tassa sui rifiuti, non si paghi. Invece all’aeroporto di Tessera, per i parcheggi tutti a pagamento, la Save paga la tassa sui rifiuti. Difficile comprendere che differenza ci sia tra i rifiuti prodotti in aeroporto e quelli prodotti nei centri commerciali, tale da giustificare un trattamento diverso.

Introducendo aree di sosta a pagamento pubbliche nei parcheggi dei centri commerciali, la Tari alla fine dovrà essere pagata dalla grande distribuzione. Una misura, quella emersa dalla commissione sul piano del traffico, tutta da costruire: una verifica è in corso da parte degli uffici della Mobilità sulle varie convenzioni per stabilire la quantità di parcheggi a standard pubblico e le relative situazioni patrimoniali. Una quindicina le aree interessate, dice Boraso. I numeri, invece, li da il consigliere comunale Pd Nicola Pellicani: «L’idea l’avevo lanciata io in campagna elettorale», ricorda. E nel 2015 con una interpellanza e una iniziativa pubblica l’aveva rilanciata: «Si tratta di circa 15.000 posti auto disponibili in terraferma. La logica dovrebbe essere quella di stipulare delle convenzioni con la grande distribuzione e i centri direzionali, introducendo una tariffazione minima per la sosta, al fine di ottenere un grande beneficio per l'intera collettività. Ipotizzando un utilizzo medio minimo, sottostimato, di quattro ore al giorno, su 6 giorni alla settimana, per 52 settimane, si arriverebbe ad un introito di circa 9 milioni di euro. Tutte risorse che potrebbero essere in gran parte investite nella rigenerazione della città», dice Pellicani, critico con Boraso. «Anche in commissione l'assessore ha confermato la mancanza di idee e di proposte, avviando un confronto sul piano urbano dei trasporti basato sul nulla», dice.

Altri in città approvano il progetto e rivendicano la primogenitura della proposta. Come Fabrizio Coniglio del comitato Mestre Off limits che nel 2015 raccolse 10 mila firme di cittadini per chiedere di diminuire il costo della sosta a Mestre e sollecitò di inserire tariffe a pagamento nelle aree commerciali fuori dal centro di Mestre. Ora commenta: «Ci hanno ascoltato. Meglio tardi che mai».

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