Stretta sulle sale slot, manca il via libera

Misura vincolata al regolamento edilizio già adottato ma non approvato dal Consiglio comunale: servono almeno due mesi
Di Francesco Furlan
Interpress/Mazzega Vitucci Venezia, 29.06.2015.- Comune di Venezia, Luigi Brugnaro presnta Giunta Comunale.- Nella foto il Consigliere Lorenza Lavini
Interpress/Mazzega Vitucci Venezia, 29.06.2015.- Comune di Venezia, Luigi Brugnaro presnta Giunta Comunale.- Nella foto il Consigliere Lorenza Lavini

Stretta sulle sale slot e le sale scommesse. Lo strumento per limitare nuove aperture c’è: è un articolo del regolamento edilizio che però non può essere applicato fino a che lo stesso regolamento, già adottato, non sarà definitivamente approvato dal consiglio comunale.

Se gli uffici di Ca’ Farsetti fossero già nelle condizioni di poterlo applicare, la nuova sala scommesse che aprirà nei prossimi giorni in via Verdi - la sala è in fase di allestimento - avrebbe ricevuto disco rosso. L’articolo 30 del regolamento - che a lato riportiamo testualmente - dice infatti che «non sono ammesse sale da gioco in edifici a uso residenziale o parzialmente residenziale». E anche che «l'apertura di sale pubbliche da gioco e la nuova collocazione di apparecchi per il gioco d'azzardo lecito in locali» devono essere ad almeno cinquecento metri di distanza dai punti sensibili, e tra questi ci sono anche le caserme. Entrambe le condizioni non sono rispettate dalla sala di via Verdi che aprirà in prossimità dell’incrocio con via Murri: al piano terra di un condominio e a meno di duecento metri dalla caserma dei carabinieri di via Miranese. Sarà la quarta sala nell’arco di un chilometro: c’è la sala scommesse Matchpoint Sisal di via Mazzini, c’è la sala scommesse Eurobet, aperta due mesi fa all'angolo con via Felisati e poi, in direzione di via Piave, ci si trova di fronte alla sala Vlt - acronimo che sta per Videolottery - aperta anch’essa da pochi mesi.

Sale che - se il nuovo regolamento fosse già stato applicato - oggi non ci sarebbero. «Queste sale rappresentano un problema», dice il consigliere comunale del Pd, Andrea Ferrazzi. «Lo strumento per intervenire c’è ma l’amministrazione lo tiene fermo. Quel regolamento prevede dei vincoli che, nella sostanza, impedirebbero nuove aperture, ma l’amministrazione lo tiene congelato». Il regolamento fu adottato dal commissario prefettizio Zappalorto un anno fa. Perché entri in vigore è necessario un ulteriore passaggio nel parlamentino locale, ma i lavori vanno a rilento. Quando inizierà la discussione in commissione consiliare, propedeutica a quella del consiglio comunale? «Conto di fare la prima convocazione entro la fine del mese», spiega la consigliera Lorenza Lavini, che guida la commissione che si occupa dell’edilizia, «e per il dibattito e il confronto, su tutti gli articoli del regolamento, ci vorranno almeno un paio di mesi».

Commissione prima e consiglio poi hanno infatti la possibilità di apporre delle modifiche al regolamento. La parte relativa alle sale slot e alle sale scommesse non dovrebbe però essere rivista. «È un argomento che ha a che vedere con la sicurezza della città», spiega Lavini, «quindi ritengo che rimarrà così com’è».

Anche se, per vederlo applicato, ci vorranno ancora alcuni mesi. Con il rischio che nel frattempo ci siano nuove aperture, per un business che - come era qualche anno fa per i compra oro - non sembra subire crisi.

Sale contro le quali si batte anche l’associazione Libera secondo cui è spesso in queste sale che le vittime hanno i primi contatti con gli strozzini, che prestano loro un po’ di soldi per continuare a giocare alle macchinette o continuare a scommettere. L’argomento verrà discusso ora anche nella commissione delle Politiche sociali grazie a un documento presentato da Davide Scano (M5S) in cui si chiede al sindaco di intervenire con urgenza per risolvere il problema. «Le sale», scrive Scano, «aumentate a seguito della deregolamentazione in materia, provocano non pochi problemi di ordine pubblico e di degrado sociale, com'è sotto gli occhi di tutti. Sono molte le persone che arrivano al punto di rovinare la propria esistenza per la febbre da gioco e il Comune non può stare a guardare».

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