Stretta per fermare i sub-appalti nell’integrativo di Fincantieri
C’è anche una parte importante che riguarda il controllo delle aziende vincitrici degli appalti e il contrasto al ricorso eccessivo ai sub-appalti nell’accordo integrativo, rinnovato dopo 18 mesi di trattative, firmato venerdì tra Fincantieri e organizzazioni sindacali (Fim, Fiom e Uilm). Un integrativo di 115 pagine che ora dovrà essere votato dalle Rsu aziendali degli otto stabilimenti italiani, compreso quello di Marghera, e che poi sarà sottoposto ai lavoratori, probabilmente nell’arco di tre settimane, sottoforma di referendum. La svolta è arrivata dopo che la trattativa si era arenata negli incontri del 27-28 aprile a Trieste, quando l’azienda presentò un testo per l’accordo, annunciandolo come l’ultima possibilità, credendo forse che Fim e Uilm lo avrebbero firmato anche senza la Fiom. La delegazione trattante, anche se alcuni nutrivano dei dubbi e spingevano per firmare, decise di bocciare il testo. I due mesi successivi sono serviti per recuperare il dialogo e riaprire la trattativa.
Gli appalti e lo staff leasing. C’è uno specifico capitolo, nell’accordo integrativo, dedicato agli appalti, nel quale si legge che «l’azienda si impegna a operare per una riduzione dei sub-appalti». È questo uno degli aspetti più delicati nella gestione dei cantieri poiché, scendendo i gradini nella filiera degli appalti, crescono invece i rischi legati allo sfruttamento del lavoro, e alla mancanza di sicurezza. L’orizzonte delineato dall’accordo tra azienda e sindacati prevede il ricorso a sub-appalti solo per competenze specifiche mentre per le mansioni più generiche - nell’accordo si citano ad esempio montaggio tubi, isolazioni, allestimento e montaggio carpenteria - le ditte dovranno rivolgersi ad agenzie di lavoro. È un meccanismo - già molto usato nel settore sanitario - chiamato Staff leasing. Saranno le Agenzie del lavoro ad assumere a tempo indeterminato gruppi di lavoratori che poi destineranno agli appaltatori di Fincantieri. «E’ un passaggio molto importante perché permetterà di rendere trasparente tutto il comparto degli appalti», spiega Michele Zanocco, veneziano, segretario nazionale della Fim, tra i protagonisti della lunga trattativa con Fincantieri.
Appaltatori, i controlli. L’azienda si «impegna a rafforzare lo sviluppo del monitoraggio del proprio parco fornitori anche attraverso audit periodici», con l’obiettivo di verificare qualità delle prestazioni, rispetto delle regole «in termini di rapporto di lavoro, sicurezza e tutela dell’ambiente». Le aziende che non rispetteranno questi punti non potranno più lavorare negli stabilimenti di Fincantieri. Per evitare forme di sfruttamento è prevista l’introduzione di un sistema «che proceda alla sospensione del badge di timbratura per periodi di pausa inferiori alle 11 ore tra l’uscita per fine giornata lavorativa e il nuovo ingresso per inizio nuova giornata lavorativa».
Welfare e premi. C’è poi, la più attesa dai lavoratori, la parte che riguarda premi e welfare: l’intesa ripristina il premio efficienza di 1500 euro, andrà a istituire un premio di partecipazione di 1208 euro suddiviso in parti uguali su indicatori di commessa e qualità. Tra le novità la trasformazione dell’ex produttività in welfare aziendale (827,40 euro - che quindi diventano netti e non lordi) da tradurre in buoni per il supermercato, la benzina, i centri estivi o la palestra. È stata anche definita la cifra una tantum di 1.050 euro di cui 500 in welfare e 550 erogati nella busta paga di agosto 2016.
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