Stretta del Viminale sulle case popolari: sono oltre 250 gli abusivi a Mestre

Circolare ai prefetti per il censimento degli alloggi occupati Il Comune: «Assegnazioni a chi ha davvero bisogno» 

MESTRE. Il Viminale invia alle Prefetture le linee di indirizzo per la stretta sulle occupazioni abusive di alloggi. Cinque pagine di direttiva che impone un censimento degli occupanti da parte dei Servizi sociali del Comuni, finalizzato, «alla identificazione degli occupanti e della composizione dei nuclei famigliari», segnalando «la presenza di minori o di altre persone in condizione di fragilità, oltre alla verifica della situazione reddituale e della condizione di accesso e permanenza sul territorio nazionale». Il fenomeno delle occupazioni abusive di alloggi pubblici a Venezia ha numeri importanti, ma non arriva alle migliaia di casi di grandi città come Roma o Milano. Dai dati consegnati dalla Prefettura di Venezia alla commissione parlamentare periferie, nel settembre 2017, su 5.184 appartamenti di proprietà dell’Ater nel territorio metropolitano, 178 erano occupati senza titolo, di cui 157 a Venezia e 21 negli altri Comuni. 110 gli alloggi comunali occupati. Il dato comunale, ad un anno di distanza, si è ridotto a 76. Interessati, quindi, 250 alloggi in città.

Foto Agenzia Candussi/ Scattolin/ Marghera Catene via del bosco/ Sopralluogo nei luoghi di degrado della città assieme al sindaco di Venezia Brugnaro e al presidente della commissione parlamentare d'inchiesta Causin
Foto Agenzia Candussi/ Scattolin/ Marghera Catene via del bosco/ Sopralluogo nei luoghi di degrado della città assieme al sindaco di Venezia Brugnaro e al presidente della commissione parlamentare d'inchiesta Causin


Il Viminale prevede verifiche anche sulla situazione reddituale degli occupanti e della rete parentale con dati assunti dalla anagrafe tributaria. La linea del governo Lega-M5s è quella di procedere sempre con gli sgomberi. Ma non nei casi di gravi fragilità. Per tutti gli altri si prevedono solo forme provvisorie di accoglienza «per il tempo necessario all’individuazione di soluzioni alternative». Per arrivare «agli sgomberi con la dovuta tempestività» viene attivato un punto di contatto presso il gabinetto del Viminale ( per i casi complessi). Il censimento è atteso per la fine del mese di settembre. C’è fretta, quindi.



«Noi siamo pronti. Anzi, mi viene da dire che abbiamo anticipato le mosse del Viminale», commenta la vicesindaco di Venezia, con delega alla casa, Luciana Colle. «Il nostro obiettivo è dare una casa a chi davvero ha diritto. Dalle 110 occupazioni abusive del settembre 2017, oggi siamo arrivati a 76 occupazioni, di cui 11 riferite all’assemblea sociale per la casa ( i centri sociali, ndr). Nei mesi scorsi in tre sgomberi in via del Lavoratore a Mestre, abbiamo agito anche in presenza di minori. Il censimento lo abbiamo e attendiamo di capire come inviare i dati al Viminale», dice la Colle. A breve anche novità sul fronte assegnazioni, visto che «è finalmente stato varato, con la Regione, il regolamento attuativo per i nuovi bandi Erp», dice. Nel frattempo continua il lavoro di Insula, di recupero di alloggi sfitti e abbandonati che riassegnarli dopo la manutenzione. Da Marghera a Venezia, al rione Pertini di Mestre, cittadini sono in prima fila contro occupazioni non per necessità. Al Pertini si è scoperto anche un “affitta-letti” abusivo in un alloggio occupato. L’Assemblea sociale invece ribadisce da tempo che le case vanno assegnate con auto-recupero, autogestioni e revisioni dei bandi di assegnazione, in polemica con le gestioni pubbliche.



«L’Ater veneziana ha i dati peggiori del Nordest: Venezia da sola ha il 75% di occupazioni. Problema da affrontare con determinazione per ripristinare la giustizia. Dal Viminale servono strumenti certi», dice il nuovo presidente dell’Ater, Raffaele Speranzon, politico di Fratelli d’Italia da sempre in collisione con i centri sociali. E avverte: «Il dato veneziano mi fa dire che qui c’è stata una “zona franca” dalla legalità su cui è tempo di fare chiarezza». Speranzon però è ancora nel limbo: dopo la nomina di luglio attende di insediarsi. —


 

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