Stranieri in fuga, l'esercito entra a SharmSei in Egitto? Racconta la tua storia
Difficoltà per i turisti italiani sul Mar Rosso. Sei in Egitto? Raccontaci la tua storia e manda le tue foto
Carri armati al Cairo
ROMA. Il grande esodo dall'Egitto comincia mentre Al Jazeera annuncia che l'esercito è entrato a Sharm el Sheikh, perla del turismo. Il Paese è nel caos: alcuni gruppi di turisti italiani sono bloccati sul Mar Rosso per mancanza di voli, al Cairo l'aeroporto viene preso d'assalto da migliaia di viaggiatori e Stati Uniti, Turchia e Libia decidono il rimpatrio dei loro cittadini dal Paese in rivolta.
Sono da poco passate le 10 quando l'ambasciata americana al Cairo invita i cittadini statunitensi a lasciare l'Egitto prima possibile e annuncia che il piano di evacuazione comincerà oggi, un piano che coinvolge anche il personale diplomatico «non essenziale» e i loro familiari. Nelle stesse ore, si muove anche Istanbul, che spedisce in Egitto due voli per imbarcare i suoi cittadini, la Libia crea un ponte aereo.
L'Italia continua a seguire la situazione attraverso l'Unità di crisi della Farnesina, l'ambasciata e i consolati ma, fino alla tarda serata di ieri nessuna iniziativa viene assunta per portare fuori dal Paese gli italiani. Un punto di contatto è operativo all'aeroporto del Cairo in corrispodenza dei voli Alitalia, mentre gli italiani che si trovano ancora sul territorio vengono sensibilizzati «con ogni mezzo disponibile», dagli sms a Internet, compatibilmente con le difficoltà di comunicazione: il suggerimento è di restare in casa o negli alberghi se non per recarsi in aeroporto, mentre a chi intende recarsi in Egitto viene sconsigliato di mettersi in viaggio.
Ma la situazione rischia di precipitare: ieri alcuni gruppi di turisti italiani che stavano cercando di lasciare Sharm el Sheikh hanno avuto difficoltà a partire. Gli aerei della Egypt air sono rimasti bloccati a causa di connessioni al Cairo con voli internazionali. Le situazioni più difficili riguardano i turisti «fai-da-te»: «Nessun problema, invece, per chi è partito con un viaggio organizzato, che utilizza voli charter diretti che al momento continuano a lavorare tranquillamente» ha assicurato il presidente dell'Astoi, l'associazione dei tour operator Roberto Corbella.
«I carri armati entrati a Sharm devono essere paradossalmente bene accolti perché possono garantire un minimo di sicurezza» ha detto l'ambasciatore italiano al Cairo Claudio Pacifico, «in Egitto la situazione è impossibile da governare» ha sottolineato, «ma la Farnesina sta facendo di tutto per far rientrare gli italiani».
Sulla presenza dell'esercito nella località turistica sul Mar Rosso, tuttavia, non ci sono conferme: «Non c'è neanche l'ombra di un carro armato» hanno riferito Margherita Rivano e Fabio Casarotti, due italiani residenti a Sharm, «qui è tutto nella norma: se i militari ci sono forse sono alle porte della città».
L'Eni, intanto, ha scelto di rimpatriare 250 dipendenti che risiedono al Cairo con le loro famiglie e che sono arrivati in aeroporto a bordo di pullman scortati dall'esercito: il loro rientro, slittato ieri per mancanza di controllori di volo, è atteso per oggi.
La situazione allo scalo del Cairo, secondo i testimoni, è drammatica, con migliaia di persone in disperata attesa di partire e ore e ore di fila per il controllo passaporti. Gli italiani rientrati dal Mar Rosso, atterrati a Fiumicino, hanno raccontato la solidarietà degli egiziani: «Ci hanno protetti, non vogliono far del male ai turisti». Ma molti ieri hanno rinunciato alla partenza: tre charter decollati da Roma per Sharm sono partiti senza passeggeri. Vuoti i voli da Malpensa. Costretta a rientrare in Italia anche una equipe di medici specialisti in chirurgia pediatria diretta in Uganda che, all'arrivo al Cairo, non ha trovato il volo per Entebbe.
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