«Stralciamo lo sbarramento di Tessera»
CAMPALTO. «Stralciamo dal progetto lo sbarramento di Tessera». Ieri mattina a Campalto, nella sede del Pd, si sono ritrovati i circoli di Favaro e Dese, di Tessera, il consigliere comunale Gabriele Scaramuzza, provinciale Lionello Pellizzer, regionale Bruno Pigozzo. Motivo? Salvare la navigabilità del canale Osellino e proporre in prima battuta alla Regione, in seconda istanza al Consorzio di Bonifica Acque Risorgive, un progetto di riqualificazione del basso corso del Marzenego che non prevede più il manufatto alla foce che dovrebbe essere realizzato ex novo e che però, come hanno segnalato le centinaia di fruitori dell’Osellino, ne riduce la navigabilità. «In più occasioni», si legge nel documento, «è stato evidenziato che il progetto di riqualificazione non risolve adeguatamente il problema della fruizione sociale e della navigabilità del fiume che storicamente caratterizza il rapporto fra la terraferma e Laguna. Questa difficoltà è determinata soprattutto dalla realizzazione del manufatto alla foce che, nelle intenzioni dei progettisti, dovrebbe consentire il rallentamento del deflusso delle acque e la separazione dell’ambiente salmastro da quello di acqua dolce, incrementando in questo modo il processo di fitodepurazione con cui ridurre i nutrienti sversati in Laguna». E ancora: «Lo sbarramento di Tessera, pur consentendo un limitato e complicato passaggio di natanti da e per la laguna, pregiudica la vita sociale del fiume e il bisogno relazionale della popolazione con la laguna, il centro storico di Venezia e il costituendo Parco della Laguna Nord, e ne compromette la sua natura di asse di connessione tra la città e il suo ambiente».
Va ricordato che sul tratto di fiume insistono oltre 500 natanti e alcuni cantieri di rimessaggio. «Il Pd chiede che dal progetto sia stralciato lo sbarramento di Tessera», questo il cuore della proposta e di seguito precisa: «Per affrontare il problema dell’abbattimento degli inquinanti occorre piuttosto agire progressivamente su alcune importanti concause che hanno concorso e tutt’ora danno origine all’inquinamento delle acque dell’Osellino: l’inadeguato sistema fognario della parte urbana e soprattutto periurbana della terraferma che gravita sul fiume attraverso le reti di scolo delle "acque basse",l' insufficiente capacità depurativa dell’impianto di Campalto». «Il rallentamento della velocità di deflusso», sottolinea il documento , può essere realizzato anche con ulteriori opere di meandrizzazione del letto del fiume e con lo l’utilizzo della varice del ex polveriera Manin».
Marta Artico
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