Strage di Nizza, le testimonianze dei veneziani: "Siamo stati salvati dal freddo", "Abbiamo visto morti e feriti"
VENEZIA. I racconti di due veneziani scampati alla furia omicida dell'attentatore di Nizza.
Si tratta della docente veneziana Maria Pia Favaretto e del calciatore dolese Pietro Martire.
"Eravamo a vedere i fuochi davanti all'hard Rock Cafe, come tantissime altre persone", racconta la professoressa, "volevamo proseguire verso il centro, sennonché una mia amica aveva freddo e siamo così andati nella direzione opposta, verso a casa: e questo ci ha salvato. Quando siamo riusciti, abbiamo sentito gli spari e visto una fiumana di persone che correva verso di noi. Siamo subito rientrati in casa: la gente era terrorizzata , abbiamo avuto la fortuna di non vedere morti, molti cercavano rifugio. Così quando abbiamo aperto la porta, nel panico generale, è entrata una giovane coppia e gli abbiamo dato ospitalità".
E oggi, com'è la situazione? "Oggi dalle finestre, si vedono le persone sulle terrazze, ci è stato chiesto di non uscire dalle case, c'è la polizia per strada sul luogo dell'attentato, mentre nel resto della città la vita continua: è una bella giornata di sole".
"Eravamo passati dieci minuti prima sul luogo della strage per una passeggiata", racconta Pietro Martire, di Dolo, "abbiamo visto i fuochi, poi siamo rientrati verso Nizza e visto un fuggi fuggi generale: pensavo che dietro l'angolo qualcuno sparasse. Ci siamo rifugiati dentro un ristorante italiano: per strada, ho visto tanti morti per terra e tanta paura, scene mai viste. Siamo rientrati in albergo e abbiamo capito realmente cos'era successo, tutti hanno iniziato a chiamarmi e ho tranquillizzato parenti e amici"
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