Strage dei ragazzi. «Un fiocco nero per riflettere, voglio scuotere le coscienze»

Il racconto
«Non ci si deve fare sopraffare dal dolore. Ma piano piano, con il tempo dovuto, bisogna riuscire a trasformare la forza del dolore in un qualcosa di costruttivo e utile agli altri». Thomas Frasson è il fratello di Eleonora, una delle quattro vittime dell’incidente di Jesolo dello scorso luglio. Il dolore per quella tragedia è ancora vivo nella comunità di Musile e gli incidenti di questi giorni sono stati come sale sulle ferite ancora aperte. «Ogni tragedia sembra ricalcare tutte quelle prima. A livello emotivo ogni volta è come un pugno sullo stomaco», racconta Thomas. Che è un affermato grafico e, sull’onda di questo tragico weekend, ha realizzato un logo, che vuole essere un modo per ricordare quanto accaduto. «È il fiocco che si usa per il lutto, quello nero. Ma è anche il disegno di una strada ed è il simbolo del lutto sulle strade», spiega Thomas. Sotto campeggia la scritta “La cattiva strada”, che è una citazione di De Andrè, ma anche un riferimento a quanto le strade del Basso Piave siano state foriere di morte in questi giorni. Il fratello di Eleonora rivolge un pensiero alle famiglie toccate dai lutti.
«Con il tempo il dolore venga trasformato in qualcosa di costruttivo. Non ci si faccia sopraffare dal dolore», prosegue Thomas, «piano piano, con i dovuti tempi e tenendo sempre presenti se stessi, si riesca in futuro a costruire un qualcosa di positivo da tutte queste tragedie».
La mamma di Eleonora Frasson e le altre madri delle vittime di quel tragico giorno di luglio sono andate a trovare i genitori di Giulia Bincoletto. «Un gesto di vicinanza nei confronti di qualcuno che ha appena perso un figlio, che è la cosa più tragica che possa capitare», continua Thomas «è come dire “io so che cosa stai provando perché l’ho provato sulla mia pelle”. Significa riuscire a condividere per far rinascere dal dolore qualcosa di utile. Io stesso, dopo gli incidenti di questi giorni, sto pensando ad alcuni progetti da lanciare sul filone della prevenzione degli incidenti. Che è l’aspetto più importante, perché poi quando il danno è fatto non si può più tornare indietro».

L’altro aspetto che sta a cuore a Thomas Frasson è proprio quello della prevenzione degli incidenti. «Una prevenzione fatta bene. Non fatta solo per dovere», conclude il fratello di Eleonora, «bisogna riuscire a comunicare bene dei messaggi, che possano scuotere la coscienza. La prevenzione riguardo alle buone prassi prima di mettersi al volante (come non guidare, se si beve o si è stanchi) dev’essere fatta in maniera più funzionale rispetto a come la si sta comunicando adesso. C’è troppa poca sensibilizzazione su questi temi, penso pure all’uso del telefonino alla guida che sta diventando un problema grosso. Il mio messaggio è: bisogna comunicare bene e meglio tutto l’aspetto di prevenzione». —
Giovanni Monforte
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