Stordita prima di essere strangolata

Il delitto della ragazza iraniana. È l’ipotesi su cui stanno lavorando gli inquirenti, ma bisogna attendere le analisi tossicologiche
Di Carlo Mion
Interpress/Mazzega Mion Venezia, 03.02.2014.- Questura di Venezia, Squadra Mobile, Conf.Stampa arresti per l'omicidio della 32enne iraniana Mahtab Savoji .- Nella foto l'arrestata Kaur Gagandeep
Interpress/Mazzega Mion Venezia, 03.02.2014.- Questura di Venezia, Squadra Mobile, Conf.Stampa arresti per l'omicidio della 32enne iraniana Mahtab Savoji .- Nella foto l'arrestata Kaur Gagandeep

Si attendono gli esiti delle analisi istologiche e tossicologiche per capire se prima di essere uccisa la ragazza è stata drogata o ubriacata. Le indagini sulla morte di Mahtab Ahadsavoji, 29 anni, sono tutt’altro che terminate. Infatti numerosi i particolari da chiarire sull’assassinio della studentessa di Belle Arti iraniana.

Da chiarire soprattutto le modalità dell’omicidio e i conseguenza sapere se sono stati usati degli oggetti per uccidere la ragazza. Le analisi tossicologiche sono fondamentali anche per capire se la ragazza era stata stordita prima di essere uccisa. Infatti sul corpo non sono stati trovati segni di violenza, nemmeno quelli derivati da una sua, anche flebile, reazione all’aggressione da parte di chi l’ha ammazzata. Ieri la zia di Mahtab, arrivata dall’Iran, ha riconosciuto ufficialmente la salma e ha portato dei fiori dove il corpo della ragazza è stato ritrovato al lido.

In carcere per l’omicidio volontario con l’aggravante dei futili motivi e per occultamento di cadavere ci sono Kaur Gagandeep, 30 anni, cameriera ai piani in un hotel di Milano e il fidanzato Singh Rajeshwar, (29), barista in un altro albergo milanese. I due indiani, con i quali la ragazza divideva una stanza in un appartamento di via Pericle 5 a Milano.

La storia di Mahtab in Italia inizia come quelle dei tanti ragazzi che arrivano da noi per studiare arte. Sono circa 800 i giovani iraniani che ogni anno ottengono un permesso di soggiorno per poter frequentare le nostre Università, in particolare corsi di arte. E tutti, trovata la sede universitaria, poi dividono un appartamento con altri studenti, spesso connazionali. Anche per Mahtab, la storia inizia così. La giovane, appartiene ad una famiglia della medio borghesia di Teheran, arriva in Italia nel novembre di due anni fa. Si iscrive ad un corso per costumista all’Accademia di Belle Arti di Brera. È grande appassionata di cinema. Mentre vive in Iran scrive di cinema in alcuni giornali a livello nazionale, come il settimanale Caffè Cinema e poi ha un blog sempre di cinema. È un’apprezzata critica cinematografica. Appena arrivata in Italia, divide un appartamento in via Angera, sempre a Milano, con altre connazionali. Nel novembre dello scorso anno risponde ad un’inserzione fatta da Gagandeep Kaur, una cameriera indiana di 30 anni, che cerca una ragazza con la quale dividere le spese della stanza in un appartamento di via Pericle. La studentessa sceglie questa nuova soluzione per risparmiare. Si accorda con la ragazza indiana per 250 euro al mese. oii dioi ukl sui trasferimento capisce che quello non è il posto per lei. Infatti l’indiana divide il letto matrimoniale dove dorme con il fidanzato, anche lui indiano, mentre Mahtab è sistemata su una brandina a poca distanza dai due. La giovane, suo malgrado, assiste spesso mentre la coppia fa sesso. E in alcune circostanze deve respingere le avances del giovane e mettere un freno anche alle insistenze dell’indiana che la vuole coinvolgere nel menage. Di questa situazione assurda, Mahtab si confida con un’amica connazionale e dice di volersene andare. I tentativi di Rajeshwar Singh, 29 anni, l’indiano, di fare sesso con lei continuano. La ragazza decide di andarsene. Se ne deve andare proprio il 27 gennaio, il giorno in cui viene uccisa. È l’epilogo della storia. La ragazza viene uccisa, strangolata. Molto probabilmente con una corda, un foulard o un altro oggetto simile. Per gli inquirenti della Squadra Mobile di Milano e Venezia, sono stati i due indiani. Quindi il corpo viene infilato, dai due, in un trolley. Prima cercano di buttare il corpo nel lago fi Lecco. Ma non ci riescono. Allora partono in treno e raggiungono Venezia e il Lido. Qui buttano in cadavere in un canale che costeggia via Loredan, dove viene ripescato la notte del 27 gennaio. Arrestati, gli indiani, ammettono di aver occultato il cadavere, ma dicono che la ragazza è morta per cause naturali.

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