Stop al cantiere Gpl di Chioggia arriva l’ordinanza di chiusura
CHIOGGIA. Firmata l’ordinanza per chiudere il cantiere del gpl e ripristinare lo stato dei luoghi. Il dirigente all’urbanistica Gianni Favaretto ha prodotto il documento annunciato dal sindaco Alessandro Ferro venerdì scorso dopo tutte le verifiche che il caso impone. L’ordinanza obbliga la Costa Bioenergie a demolire le opere e ripristinare il sito di Punta Colombi entro 120 giorni dalla notifica. A motivarla l’assenza dell’autorizzazione paesaggistica, riscontrata dalla Soprintendenza e dal Ministero dei beni culturali, che rende, di fatto, abusivo il cantiere. A Roma, però, non tutti i ministeri sono allineati. Il Ministero dello sviluppo pare abbia intenzione di concedere la proroga, richiesta dalla ditta il 4 maggio.
La decisione di far sospendere i lavori è stata maturata venerdì, dopo aver preso visione della nota della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per il comune di Venezia e Laguna in cui si evidenziava l’assenza di autorizzazione paesaggistica e si invitava il Comune a prendere i provvedimenti indicati dagli articoli 167 e 181 del decreto legislativo 42 del 2004. Non solo, visto l’avanzato stato dei lavori, la Soprintendenza invitava il Comune ad assumere i provvedimenti in tempi rapidi. Il sindaco aveva spiegato che l’ordinanza del dirigente sarebbe arrivata dopo qualche giorno, il tempo di approfondire la nota e di stendere un provvedimento per quanto più possibile inattaccabile, fermo restando che la società reagirà per certo in sede legale. Così è stato. L’ordinanza è stata firmata ieri in tarda mattinata.
Nel provvedimento si ripercorre la vicenda dal 2009 quando Costa Petroli (poi trasformata in Costa Bioenergie nel 2015) ottenne il permesso a costruire per la realizzazione di un impianto di stoccaggio carburanti costituito da sette serbatoi e da un edificio adibito ad uffici e magazzino. Si ricordano tutti i passaggi, l’ampliamento dell’impianto, l’apertura al gpl e il decreto interministeriale (26 maggio 2015) con cui Ministero dello sviluppo economico e Ministero delle infrastrutture diedero il via libera al cantiere. Nell’ordinanza si indicano anche i lavori finora eseguiti: il livellamento dei terreni con materiale stabilizzato, la posa dei tre serbatoi da 3.000 metri cubi ciascuno, la realizzazione di recinzioni e setti murari in calcestruzzo armato. Ora, a fronte delle indicazioni della Soprintendenza, tutte queste opere dovranno essere demolite e si dovrà ripristinare lo stato di due anni fa. Per farlo il Comune concede a Costa Bioenergie 120 giorni.
In caso non procedesse, la messa in pristino verrà eseguita dal Comune con addebito di tutte le spese a carico del responsabile dell’abuso edilizio. «Stiamo procedendo come promesso», spiega il sindaco, «sin dalla scorsa estate abbiamo sostenuto di lavorare in tutte le direzioni per fermare l’impianto. Non appena abbiamo avuto la certezza che mancasse l’autorizzazione paesaggistica ci siamo mossi con quanto la normativa ci indica. Peraltro la nota della Soprintendenza fa riferimento a un nostro esposto al comando dei carabinieri del Nucleo tutela del patrimonio proprio in merito all’aspetto paesaggistico».
La ditta potrà impugnare il provvedimento davanti al Tar entro 60 giorni dalla notifica e chiedere che venga sospeso motivando la richiesta.
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