Stevanato: medaglia alla maratona dopo aver vinto il cancro
NOALE.La prima è andata e stavolta poco importano tempo e classifica. In gioco ci sono la speranza, la voglia di vivere, di risalire e quella medaglia al collo significa molto.
«È solo una tappa, questa è la strada giusta, ce la sto facendo», dice Fabrizio Stevanato dopo i 20 chilometri di domenica a Donnalucata, in provincia di Ragusa.
La storia del 43enne Noale ha fatto il giro d’Italia; lui, malato di tumore al pancreas giusto un anno fa, otto ore d’intervento all’ospedale di Verona per toglierlo, una lunga riabilitazione e una perdita considerevole di peso, passando per una passeggiata di un’ora per coprire una distanza di appena 250 metri, dall’estate scorsa ha in testa un obiettivo: correre domenica 28 ottobre prossimo i 42 chilometri e 195 metri della Venice Marathon, da Stra a Riva degli Schiavoni.
E domenica in Sicilia c’è stata la prima vera tappa di avvicinamento al traguardo prefissato. «Pensavo peggio», racconta Stevanato, «perché la mattina non era il massimo e per correre; ha piovuto parecchio, c’è stato un temporale, ho calpestato del fango e 50 chilometri orari di vento ci erano contro. Sabato ero arrivato a Ragusa un po’ stanco per gli impegni di lavoro, la sera ho dormito subito, non ho avuto tanto tempo per riflettere a quello che sarebbe successo di lì a poche ore. È stata una bella emozione; avevo al mio fianco l’amico di sempre Giorgio Corradori, il primo a sapere della mia malattia e che mai mi ha abbandonato un secondo in questa fase della vita».
In Sicilia, Stevanato è stato ricercatissimo dai giornalisti. «Molti mezzi d’informazione si sono interessati alla mia storia», spiega, «e lo stesso hanno fatto altre persone e concorrenti». Per la prima volta Stevanato copriva di corsa i 20 chilometri di tracciato. «Nei giorni scorsi», racconta, «ero arrivato sino a 19 ma sto facendo un passo alla volta. Mai avrei pensato di poter raggiungere quel livello. Nei mesi di riabilitazione, il pensiero ricorrente era tornare a fare quanto mi piaceva. A quel punto, ho intrapreso una strada che non sapevo fosse nelle mie corde».
Nel frattempo, Stevanato continuerà a portare avanti il suo progetto mediatico “Corri in muso al cancro”, per raccogliere fondi destinati a cambiare i computer portatili del reparto di Verona dov’è stato operato. Un modo per dare un esempio anche agli altri, oltre a essere una spinta per se stesso. La prossima tappa di avvicinamento alla maratona si chiama Venice Night Trail, sabato 14 aprile, con 16 chilometri in notturna tra calli e campielli, salendo e scendendo per 51 ponti. Un allenamento non indifferente ma il 43enne ha dimostrato di avere una volontà di ferro. A proposito: per fare 20 chilometri, domenica Stevanato ha impiegato 2 ore, 6 minuti e 53 secondi. Ma il tempo non conta, lo scopo è un altro. Più grande.
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