Stena di Fossò, due cordate pronte a rilevare l’azienda in crisi

FOSSO'. La Stena di Fossò verso la salvezza o almeno salverà l’occupazione. L’azienda di Fossò,con 55 operai (quasi tutti stranieri con famiglie a carico) che da novembre, per volere della proprietà, una multinazionale svedese, chiuderà i battenti, ha ricevuto ben due offerte di acquisto da parte di due distinte cordate di acquirenti locali. È questo lo sviluppo positivo emerso ieri mattina in un incontro in provincia. L’azienda, che si trova in zona industriale IX strada, si occupa di riciclo di materiali da televisori e frigoriferi usati. La multinazionale svedese in Italia ha quattro siti: Fossò, Brescia, Verona e nell’hinterland di Milano. Complessivamente ha un organico in Italia di quasi 200 dipendenti. Chiudendo Brescia e Fossò lascerà a casa un’ottantina di persone, 55 delle quali solo a Fossò. A spiegare gli sviluppi è il segretario di zona della Fiom – Cgil, Giuseppe Minto. «Abbiamo avuto», chiosa il sindacalista, «dalla proprietà l’ammissione che sul tavolo sono arrivate due distinte offerte di acquisto. Una di queste da parte di realtà molto consolidate in zona che hanno visto un futuro per l’attività di Fossò». La preoccupazione del sindacato all’incontro, a cui hanno partecipato anche il sindaco di Fossò, Federica Boscaro, e l’assessore provinciale al lavoro, Paolino D’Anna, è stata di garantire in caso di vendita i livelli occupazionali attuali. «La maggioranza, ma non tutti i lavoratori in caso di acquisto», prosegue Minto, «sarà assorbita nella nuova attività. A facilitare l’operazione c’è anche la volontà di una decina di lavoratori di trasferirsi a Verona. A breve, visto che il lavoro sta diminuendo, si siglerà un accordo di cassa integrazione straordinaria per tutto il personale».
I lavoratori, nei mesi scorsi, hanno indetto manifestazioni di protesta e hanno incontrato rappresentanti di Comune e Provincia. Per l’assessore provinciale al lavoro, Paolino D’Anna «emergono vie d’uscita interessanti dal punto di vista occupazionale, che saranno perseguite nelle prossime settimane».
È slittata infine la presentazione in Tribunale a Venezia ieri della proposta di concordato per chiudere la fase di procedura concorsuale da parte della Fracasso di Fiesso D’Artico, che ha come titolare Adriano Fracasso. L’azienda, a febbraio, aveva in forze 190 dipendenti fra le sedi di via Barbariga a Fiesso e un’altra in Emilia, e si occupa di produzioni metalmeccaniche per il settore stradale. In questi mesi è riuscita a portare in porto solo l’affitto del ramo d’azienda del comparto “Silos”. Per questo si era proceduto con l’assunzione alla Frame di Mestrino (Padova) di 45 operai.
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