Stazione taxi, i motoscafisti non pagano

Esposto allo Spisal contro il Comune e dossier al giudice. Non vogliono versare i 2 euro al giorno per la manutenzione

Due euro al giorno per pagare il canone del pontile: 700 euro l’anno. Ma i motoscafisti non ci stanno. Si sono rivolti a un avvocato e hanno presentato la loro opposizione al decreto ingiuntivo che era stato inviato dall’amministrazione. Un braccio di ferro che rischia di avere conseguenze, quello ingaggiato fra i 280 tassisti e noleggiatori della città e l’Ufficio della Mobilità acquea.

Lunga riunione in Comune l’altra sera, per cercare una via di uscita. Ma adesso la contesa si sposta nelle aule del palazzo di Giustizia. Sarà il giudice civile a decidere nelle prossime settimane in base ai risultati della perizia affidata al Ctu architetto Roben Csermely se abbiano ragione i motoscafisti a non pagare o il Comune a pretendere da loro il corrispettivo che varia da un minimo di 700 euro per i noleggiatori (fascia verde) ai 900 per i taxi (fascia gialla) ai 1300 per chi ha insieme l’autorizzazione di servizio taxi e noleggio.

Una decisione assunta dal Comune tre anni fa per finanziare i restauri dei pontili pubblici, utilizzati dagli operatori del trasporto pubblico non di linea. Ma adesso cooperative e singole ditte di motoscafi non vogliono pagare, nonostante il lavoro non manchi. E hanno presentato tre esposti. Uno allo Spisal, l’ufficio che si occupa della sicurezza sui luoghi di lavoro, chiedendo la realizzazione di scalette a norma, servizi igienici, tende e salvagenti.

«Ritengono che il pontile sia il loro luogo di lavoro ma non è così», replicano all’Ufficio Mobilità. Altre due segnalazioni sono state fatte al Tribunale. Con la raccolta di tutti gli interventi fatti per la manutenzione dei pontili negli ultimi anni. Secondo i rappresentanti dei motoscafisti proprio la mancata manutenzione giustifica il rifiuto del pagamento del corrispettivo. Ma in Comune la pensano diversamente. «È un canone, si paga per il servizio non per quanti pali vengono sostituiti», dicono. Un fronte «caldo» quello tra Comune e motoscafisti. Dopo anni di tolleranza, di leggi e ordinanze fatte spesso apposta per essere impugnate al Tar, adesso la situazione si fa tesa. Sono tante le barche che circolano, non sempre rispettando le regole, anche grazie alla scarsa vigilanza per le carenze di organico della Polizia municipale. Al principio c’erano le 197 licenze «multiple». Autorizzate dalla Regione a svolgere con la stessa barca la funzione di taxi e di noleggio. Poi negli anni sono state aggiunte altre 35 licenze di noleggio e 25 di taxi (giunta Cacciari), 25 di solo taxi tre anni fa con la giunta Orsoni. A questi si aggiungono i motoscafi degli enti pubblici (Regione, Comune), degli alberghi, dei servizi privati. Le licenze rosse – rilasciate fuori Comune – sono state invece bloccate.

Adesso i motoscafisti protestano. E presto il Comune dovrà affrontare la questione del traffico acqueo con il nuovo Piano della circolazione. Ma per adesso si parla di pali e di canone non versato.

Alberto Vitucci

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