Stazione di Mestre, stadio, aeroporto, Marghera: dieci gli alberghi in dirittura d’arrivo
MESTRE. «Ci assumiamo la responsabilità di aver autorizzato quattro alberghi vicino alla stazione di Mestre. E se avranno ricadute positive, ne porteremo altri: allo stadio e all’aeroporto», ha detto l’altro ieri il sindaco Luigi Brugnaro, in consiglio comunale. In realtà gli alberghi in arrivo nella terraferma mestrina, conti alla mano, sono molti di più dei quattro di via Ca’ Marcello che apriranno i battenti con 1.900 posti letto e catene alberghiere tutte straniere, tra cui spiccano gli israeliani di LeonardoHotel e i cinesi della Plateno. E che diventano 2.200 posti letto dalla prossima primavera quando sarà pronto anche il raddoppio dell’ostello della tedesca AO.
Via Ca’ Marcello, è indubbio, con questi interventi immobiliari ha cambiato volto e non è più una strada degradata vicino alla stazione ferroviaria. Ma se si guarda al business del turismo in terraferma non si può nascondere che l’offerta sta aumentando esponenziamente. Certo gli alberghi danno lavoro e le stime indicano per i prossimi decenni un notevole incremento del turismo mondiale (al Marco Polo si stima di arrivare a 20 milioni di passeggeri nel 2030) ma gli alberghi a Mestre nascono perché il grande attrattore del turismo mondiale è Venezia.
E mentre in centro storico la giunta di centrodestra blocca i cambi d’uso, in terraferma sono in arrivo, a breve, almeno una decina di nuove strutture ricettive di grande impatto.
Allargando lo sguardo attorno all’area della stazione di Mestre, al centro dell’accordo di programma siglato martedì dal sindaco a Roma con il gruppo Ferrovie, ecco che i nuovi alberghi sono tanti di più. E le previsioni di 8.000 posti letto in più diventano subito concrete. Due alberghi sono previsti nelle due torri alte cento metri, su 28 mila metri quadri di superficie, inseriti nell’accordo di programma che chiama in causa investimenti privati. E un albergo è previsto anche nella torre di 168 metri del progetto Cediv Salini di via Ulloa, sempre coinvolto nel piano della stazione di Mestre. Altre 570 stanze sono all’orizzonte. Un albergo è previsto nel progetto dello stadio a Tessera, in approvazione con la legge Stadi. E un hotel con vista sulla darsena del Marco Polo è stato inserito nel masterplan 2021 di Save, anticipando con una variante in un progetto inizialmente previsto in quello del 2035. Così come un albergo è previsto in alcuni dei piani della torre “Venus Venis”, sempre con altezza di cento metri, per la quale la società Blo immobiliare nei prossimi mesi si appresta a presentare domanda di permesso a costruire dopo il passaggio positivo in commissione Via della Città metropolitana. Anche ai Pili, nei terreni del sindaco, si è previsto oltre al palasport un albergo. Ma il progetto ancora non c’è. Altri progetti sono in attesa degli eventi: il futuro della Torre San Lorenzo, scheletro edilizio di via San Pio X è legato ad un’asta. All’asta anche i terreni vicino alla sede dei sindacati, sempre in via Ca’ Marcello, dove anche qui era previsto un hotel. Il futuro dell’ex Umberto I, quattro ettari in pieno centro e con un piano urbanistico che prevedeva in una delle tre torri un albergo, attende le decisioni dei giudici sulla proposta di una cordata di imprenditori. Il progetto dell’hotel vicino al parco di San Giuliano attende acquirenti mentre ora un fondo ha acquisito dalla Intesa SanPaolo la grande sede dell’ex Carive di via Torino e anche qui una delle proposte di riconversione allo studio è proprio con finalità alberghiere.
La Mestre che si scopre bella, dopo l’apertura del M9, diventa mèta di turisti che visitano Venezia di giorno e la sera cercano qualcosa da fare in centro. I progetti di nuovi alberghi a fianco della stazione spingono altri imprenditore ad accelerare sulla riqualificazione. Lo ha già fatto l’ampliamento in corso del Bologna. E anche il Plaza ha allo studio una riqualificazione, coinvolgendo anche l’ex autorimessa Crivellari. E ha aperto l’ostello Anda che punta ad attrarre giovane clienti con esperienze di turismo emozionale, andando oltre l’offerta tradizionale. E poi c’è il grande business delle locazioni turistiche che ha segnalato a Mestre per la prima volta il tutto esaurito.
Molti si chiedono se c’è un limite al turismo: se i bus di Mestre sono condannati ad essere strapieni di turisti e pendolari diretti a Venezia e se oneri di urbanizzazione e imposta di soggiorno vanno investiti nel trasporto e in nuovi servizi per la città che cresce, anche grazie all’economia turistica. Dietro al “muro” di alberghi, ci sono queste discussioni che chiamano in causa scelte, programmazione e limiti. —
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia