Stangata sui treni regionali le tariffe crescono del 2,5%
MESTRE. Dal 1° gennaio i prezzi di biglietti e abbonamenti dei treni regionali, sia quelli ad andamento lento (ossia che fermano in tutte le stazioni) e sia quelli veloci, sono diventati più cari in seguito all’adeguamento tariffario in base ai dati Istat. In pratica le tariffe sono cresciute del 2,5%.
Cominciamo dal biglietto più richiesto nel Veneto. Il Venezia-Padova (36 km) non costa più 4,15, ma 4,25 euro. Ossia 10 centesimi in più e non 5, come prevedevano gli addetti ai lavori. Aumentato anche il mensile sempre sulla tratta che va dalla città lagunare alla città del Santo. È salito da 56,30 a 57,50 euro. Altri esempi. Il Venezia-Conegliano (57 km) sale da 5,55 a 5,65 euro. Il Venezia-Bassano (64km per un tempo di percorrenza di 1h e 11 minuti) passa da 6,15 a 6,25. Il Venezia-Belluno (km 106) sale da 8,20 a 8,40. Il Venezia-Verona 9,05 (8,85); il Venezia SL-Treviso 3,45, il Venezia-Portogruaro 6,25 ed il Venezia-San Stino, balzato da 5,50 a 5,65 euro.
Tra gli abbonamenti più cari, anche il mensile da Venezia a Verona. Adesso costa 90,70. Al momento nessun aumento per il Venezia-Bologna perché gli aumenti per gli interregionali arriveranno in primavera e tariffe invariate anche per le Frecce Rosse, Bianche ed Argento di TrenItalia dirette a Salerno, Napoli, Roma, Firenze Santa Maria Novella, Bologna, Milano e Torino Porta Nuova. Niente a che vedere con la stangata del 2014 quando l’aumento medio fu del 12% e sulla tratta fra Venezia e Portogruaro si pagavano “solo” 5,90 e sulla Venezia Padova 4,05, anche se quest’ultimo aumento è risultato più pesante del previsto a causa dell’inflazione del 2017 più pesante rispetto a quella del 2016. Tant’è che quasi tutte le associazioni dei consumatori e degli utenti del treno hanno già espresso le prime critiche. «Dieci centesimi in più ad esempio sul percorso Venezia- Padova, non sono pochi», osserva Roberto Nardo, esponente della segreteria regionale di Adiconsum Cisl, guidata dal mestrino Walter Rigobon, «Nelle tratte più lunghe l’aumento è stato anche di 20 centesimi. Una somma per niente da sottovalutare che, nel vecchio conio, equivale a 400 lire». Sempre Nardo fa un’osservazione sulla qualità del servizio offerto da TrenItalia e Regione. «Ancora oggi su numerosi regionali i pendolari viaggiano come sardine. Ci sono ancora ritardi e il servizio è ancora tanto diverso da quello che si verifica ad esempio in Svizzera, Germania, Austria e Slovenia». Immediata la reazione della Regione e di TrenItalia: «Nel corso del 2017 i regionali sono arrivati entro la soglia dei 5 minuti di ritardo con la percentuale del 93%», è scritto in un comunicato stampa, «Tantissimi treni hanno più carrozze e sono più capienti. Nell’ultimo anno sono stati assunti 103 nuovi ferrovieri proprio con la finalità di offrire all’utente un servizio di qualità che, tra l’altro, è stato apprezzato dagli stessi utenti con il 90% dei consensi in un recente sondaggio effettuato a bordo dei treni».
Felice Paduano
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