«Stangata Irpef, vergogna per la città»
Stangata d’autunno sui redditi bassi. Monta la protesta dopo la decisione del commissario che governa Ca’ Farsetti di abbassare la soglia per il diritto alle detrazioni sull’addizionale Irpef a 10 mila euro. Significa recuperare 4 milioni di euro per il bilancio. Ma anche tassare chi guadagna 800 euro al mese.
«Una vergogna», sbotta Sebastiano Bonzio, segretario di Rifondazione, «qui si va a colpire la fascia bassa della popolazione, siamo ai minimi della sussistenza. Il nostro Comune non è mai sceso sotto i 15 mila euro, e già era un sacrificio. Con questa decisione si provocheranno importanti ricadute sociali sulla popolazione veneziana. Il governo Renzi con una mano dà ottanta euro con l’altra se li riprende, costringendo i comuni a mettere nuove tasse. Stiamo organizzando una protesta in grande stile».
«Gli ex capigruppo in Consiglio, con il nostro Claudio Borghello hanno chiesto un incontro urgente al commissario Zappalorto», dice il segretario comunale del Pd Emanuele Rosteghin, «chiediamo si ricominci da qui. Ci sono problemi che vanno affrontati ascoltando i cittadini e le forze politiche che li rappresentano».
«Quanto all’aumento dell’Irpef è una decisione preoccupante», continua Rosteghin, «che provocherà conseguenze sulla vita sociale della città. Ci rendiamo conto della difficile situazione e della necessità di recuperare risorse. Ma non si possono penalizzare le fasce più deboli della popolazionne».
«Meno servizi e tagli del salario oggi significa più spesa sociale domani», dice Borghello, «più costi per le famiglie e più costi sociali per la collettività. Tagliare un servizio significa spendere il doppio per recuperarlo. Bisogna cambiare e risparmiare, ma non si possono eliminare i servizi ai cittadini, il diritto allo sport e all’assistenza, tagliare i salari e aumentare le tasse».
In totale saranno circa 40 mila i cittadini veneziani che dovranno pagare lo 0,8 per cento di addizionale. Una media di cento euro a testa per la fascia più numerosa. E una tassa che adesso viene estesa, senza possibilità di sconti a chi guadagna da 10 mila euro in su. Significa che anche i collaboratori e i precari con 800 euro di reddito al mese dovranno versare il loro contributo.
Aumenti che sono stati allargati anche a Imu e Tasi, le tasse sulla casa e sull’asporto rifiuti. Una manovra complessa, quella approvata dal commissario con i poteri del Consiglio comunale.
Che applica una circolare del ministero dell’Economia firmata il 29 luglio e redistribuisce le aliquote per le nuove tasse. la scelta in questo caso è stata quella di ridurre della metà il carico fiscale per la prima e per la seconda casa. Si passa dallo 0,8 allo 0,4 per cento.
Ma il guadagno maggiore ce l’hanno i possessori di seconde case. Non è una vera stangata ma una «redistribuzione» spiegano in Comune, che alla fine porterà nelle casse del Comune 19 milioni e mezzo di euro invece dei 21 introitati l’anno scorso sempre con òla tassa sulla casa (ex Imu) e Ici). Se si fossero azzerate le detrazioni, dicono all’Ufficio ragioneria, le mancate entrate per il Comune sarebbero state di tre milioni.
In complesso dunque il Comune conta di ricavare dala nuova addizionale Irpef 4 milioni di euro, da Imu e Tasi circa 20 milioni di euro. Ma la protesta è annunciata, soprattutto per le tasse applicate a chi guadagna 10 mila euro.(a.v.)
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