«Staminali, se arriva l’ok pronti ad aiutare Celeste»

Il governatore Zaia sollecita la necessaria autorizzazione per le cure innovative «Sono responsabile della salute dei veneti, dobbiamo tentare ogni terapia»

MESTRE. «Se arrivano le autorizzazioni siamo pronti a dare a Celeste e ad altri piccoli che hanno bisogno, le cure con le cellule staminali». A dirlo ieri è stato il presidente della Regione Luca Zaia intervenuto nel dibattito nato sulla vicenda della piccola Sofia, una bambina in cura nell’ospedale di Brescia alla quale prima il giudice ha dato la possibilità di utilizzare questo tipo di terapia e poi l’ha bloccata e il ministro della salute solo a parole ha dato il suo nullaosta.

Il dottor Marino Andolina segue Sofia ed è anche il medico di Celeste Carrer la piccola di Tessera che viene sottoposta a questo genere di cure e per la quale la famiglia ha iniziato una lunga battaglia perché la cura possa essere garantita dal sistema sanitario nazionale.

Dice Andolina: «Non sono sorpreso delle parole di Zaia, sono sicuro che le trasformerà in atti concreti».

«La piccola Sofia sta vivendo lo stesso calvario anche nel mio Veneto», dice Zaia, «si chiama Celeste e abbiamo seguito con attenzione e altrettanta riservatezza la sua vicenda. Come presidente della Regione mi sento responsabile delle condizioni di vita di ogni cittadino veneto e in questa veste dico che è nostro dovere tentare ogni terapia possibile per curare o lenire le sofferenze di queste piccole pazienti, a condizione che sia accertata la non nocività di questa terapia.Le cellule staminali sono una nuova frontiera della medicina, ed in quanto tale il dibattito nella comunità scientifica continuerà a lungo. Nel frattempo però mi metto nei panni di un papà e di una mamma e non posso che sentirmi al loro fianco nel chiedere che sia fatto tutto il possibile per curare, se del caso anche con le staminali, i loro figli. Ricordo però che c’è in ballo anche una questione squisitamente tecnica: l’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) considera le cellule staminali alla stregua di farmaci e i centri che erogano le cure alla stregua di produttori. Non sta a me dire se sia giusto o sbagliato, ma se questa è la norma chiedo all’Aifa di accelerare al massimo le proprie verifiche che possano portare al più presto all’autorizzazione dei centri che saranno ritenuti idonei. In Veneto il Centro dell’ospedale San Bortolo di Vicenza è in attesa da lungo tempo di tale autorizzazione e le terapie con cellule staminali sono erogabili anche nelle Aziende sanitarie universitarie di Padova e Verona. Siamo quindi pronti a erogare cure a Celeste, a Sofia e a quanti altri piccoli possano averne bisogno, purché ci si diano le necessarie autorizzazioni».©RIPRODUZIONE RISERVATA

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