«Stadio, progetto preliminare entro aprile»
Quando esce dallo studio del sindaco Giorgio Orsoni poco prima di mezzogiorno il presidente del Venezia Yuri Korablin non è certo sorridente. Dopo la pubblicazione della notizia dell’acquisto - se pur in forma preliminare - di 22 ettari a nord del quadrante di Tessera da parte del presidente russo per la costruzione dello stadio e il gelo di Orsoni, il faccia a faccia di ieri è servito per chiarire i contorni della partita, anche se molto resta ancora da limare prima che si possa parlare di una visione comune sulla realizzazione dell’impianto sportivo nell’area di Tessera.
«Noi andiamo avanti, rispettando quanto previsto dalla nuova legge per la costruzione degli stadi, e contiamo di presentare il progetto preliminare, necessario per avviare l’iter, entro la fine di aprile», spiega con cautela Carlo Trevisan, numero due della Venice Accademy, che ieri ha accompagnato il presidente russo in municipio a Mestre. Da parte sua Orsoni resta tiepido: «Aspettiamo di vedere il loro preliminare, noi intanto andiamo avanti con un nostro progetto che dovrà andare a gara» nell’area del quadrante i cui terreni sono di proprietà comunale, i soli al momento dove sia possibile costruire, perché i 22 ettari su cui Korablin ha messo le mani hanno destinazione agricola.
La loro destinazione d’uso - nel caso in cui si vada avanti con il progetto - dovrà essere modificata con una variante urbanistica tramite accordo di programma regionale. «Chi prima arriva prima alloggia», dice Orsoni, ribadendo così l’intenzione di Ca’ Farsetti di andare avanti per la sua strada, in attesa di vedere le carte di Korablin.
E così nell’arco di qualche settimana potrebbero esserci addirittura non uno ma due progetti per lo stadio. È in questo percorso che le due strade dovrebbero trovare una direzione condivisa: lo stadio nei terreni del Venezia Calcio e di Korablin e gli interventi necessari - come previsto dalla legge sugli stadi - per il «raggiungimento del complessivo equilibrio economico-finanziario», cioè alberghi o spazi commerciali, nei terreni posseduti dal Comune attraverso la società Marco Polo. La legge esclude gli interventi residenziali dal novero delle possibilità. Il solo stadio da solo non si regge in piedi dal punto di vista finanziario, ed è per questo che sarà necessario costruire dell’altro, più redditizio, oltre a ciò che Korablin ha già in mente come ad esempio la clinica degli atleti. «Faremo un passo alla volta», dice Trevisan, «come previsto dalla legge, e lo presenteremo al sindaco entro la fine di aprile, perché siamo intenzionati ad andare avanti». Nell’incontro di ieri Korablin avrebbe fornito garanzie anche circa le disponibilità finanziare da mettere sul piatto, anche se i dettagli dell’operazione si potranno conoscere solo in fase di presentazione di quello che la legge sugli stadi identifica come progetto preliminare, vale a dire lo studio di fattibilità corredato da un piano economico-finanziario.
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