Stadio, al lavoro sul progetto Le immagini svelano l’impianto

Venezia, i rendering pubblicati dallo studio Rossetti di Detroit e poi rimossi su richiesta di Tacopina Sarà presentato ufficialmente entro pochi mesi. E i tifosi già sognano: «Struttura da Champions»
Di Francesco Furlan

Forse dovrà essere limato, migliorato, aggiustato. Ma il nucleo originario del nuovo stadio del Venezia - dal quale poi dovrebbe prendere forma, mattone su mattone, l’impianto sportivo - è tutto nelle foto pubblicate dallo studio Rossetti, Detroit.

«È una prima release, una prima versione», filtra dallo staff della società, il cui presidente Joe Tacopina, giovedì pomeriggio deve aver tirato non poco le orecchie all’amico Matt Rossetti, titolare dell’omonimo studio di Detroit che sta lavorando al progetto del nuovo stadio e causa della fuga di notizie. Già giovedì sera infatti - dopo che le prima immagini avevano cominciato a circolare sui social italiani - dal sito Internet dello studio di architettura americano specializzato in impianti sportivi è stata rimossa la sezione dedicata al rendering del nuovo stadio del Venezia. Da lì infatti - dopo che qualcuno era andato a curiosare tra i progetti dello studio Rossetti - erano partite le immagini che i tifosi avevano cominciato a scambiarsi, sgranando gli occhi. Certo è che, anche se qui a Venezia non erano ancora mai rimbalzate, quelle immagini erano pubbliche già da mesi come dimostra un tweet della rivista americana Stadium 185 (il profilo è @Stadium185) che già il 16 dicembre ne dava conto, pubblicando l’immagine in cui, sulla curva, è possibile leggere Venezia Fc. Per capire come e quanto il progetto verrà modificato rispetto a queste prime immagini ci vorrà un po’ di pazienza, ma non troppa.

È possibile infatti che già entro l’autunno venga presentato ufficialmente il progetto dello stadio che il presidente Joe Tacopina vorrebbe vedere realizzato per la stagione di campionato 2019/2020, forse riponendo troppa fiducia nei tempi della burocrazia italiana.

Intanto, settimana dopo settimana, si susseguono incontri e riunioni, tra Venezia, New York (dove abita Tacopina) e Detroit (dove ha sede lo studio Rossetti) proprio sul progetto dell’impianto che andrà a sostituire il vecchio stadio Penzo di Sant’Elena. Stadio da 25 mila posti, ma anche arena per gli spettacoli da 7.500 posti, albergo da 80 camere, piazza e negozi per 40 mila metri quadrati. «Design ispirato al vetro di Murano», si poteva leggere nel sito di Rossetti prima che giovedì sera in fretta e in furia i rendering venissero tolti su indicazione di Tacopina.

Un impianto da realizzare a Tessera, a ridosso dell’aeroporto Marco Polo, in un’area facilmente raggiungibile da tutta l’area metropolitana, da Padova e da Treviso. In un’area che il Comune si prepara a vendere e dalla quale stima di incassare circa 30 milioni di euro.

Comune e società stanno remando nella stessa direzione per portare a casa quanto prima il progetto.

Una garanzia anche la firma dello studio Rossetti che ha disegnato alcuni tra i più importanti impianti sportivi del mondo. E intanto i tifosi, dopo il sogno diventato realtà della promozione in serie B, ora coltivano anche quello di vedere, finalmente, lo stadio a Venezia. «Con uno stadio così meritiamo la Champions», «Troppo bello per essere vero», «questa volta ci siamo davvero», questi i commenti più gettonati ieri pomeriggio.

Dopo 63 anni di attesa, le avventure finite male di Zamparini e Korablin, questa volta potrebbe essere quella buona.

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