Spuntano una piscina e una spa all’ex istituto delle Canossiane di Venezia
L’intervento ha il vincolo di non diventare struttura turistica, ma solo per 10 anni. L’opposizione: «Difficile pensare siano per i residenti». Critica anche Forza Italia

Spunta anche una piscina e una spa nel progetto di recupero dell’ex Istituto delle suore Canossiane alla Giudecca. Una novità emersa ieri nella commissione dedicata alle osservazioni al progetto, a distanza di quasi un anno dall’inizio del dibattito in commissione. E che ha provocato le reazioni delle opposizioni che già intravedono all’orizzonte un futuro da resort turistico per l’area.
Unica osservazione pervenuta, quella del progettista che prevede di realizzare una vasca d’acqua di profondità molto limitata (85 centimetri) che «potrà essere utilizzata in alcuni periodi dell’anno, in specie durante l’estate, da chi soggiornerà in giardini per rinfrescarsi con una leggere balneazione». A questo, come spiegato ieri, si aggiungerà anche una piccola Spa.
Difficile immaginare, accusa l’opposizione, che questi servizi siano ad uso e consumo dei residenti. Più facile invece immaginare che dietro al progetto ci sia l’intenzione di metterli al servizio di una clientela composta da turisti. Eppure i duemila metri quadri complessivi dell’ex istituto religioso abbandonato dal 2003, al centro della variante 59 al piano degli interventi, secondo le indicazioni del Comune dovranno essere ad uso prettamente residenziale (con la realizzazione di 12-15 unità abitative). Dominus dell’operazione è la società Cloister che nel 2019 ha acquistato la struttura.
La novità della variante sta nella clausola (già utilizzata in passato a Venezia) con cui si imporrà lo stop a qualsiasi affittanza turistica o b&b per i prossimi dieci anni. Insomma, sì all’uso residenziale ma non mascherato da affittacamere: la storia recente di Venezia insegna. Ma che valore avrà questo patto? Chi controllerà e quali saranno le sanzioni? Punti interrogativi che, uniti al progetto di una nuova piscina e di una Spa, lasciano dubbiose le opposizioni.
«Siamo di fronte a una modifica dei sottoservizi per realizzare una piscina e una Spa», attacca Giovanni Andrea Martini (Tutta la Città Insieme), «l’asticella si alza sempre di più verso l’alto ed è chiaro che alle Ex Canossiane o si avranno case per super ricchi, oppure ci si prepara per un futuro resort turistico».
Sugli scudi anche il Pd con Monica Sambo: «Il complesso si presta a diventare si spera per 10 anni residenza di lusso e dopo i 10 a trasformarsi in un fantastico resort per turisti. Questo intervento impatterebbe in modo significativo nel contesto veneziano».
Per Cecilia Tonon (Venezia è tua) il campanello d’allarme è costituito dalla presenza della Spa: «Se fossero solo appartamenti destinati a una fascia alta non ci sarebbero problemi, ma così non mi convince». Rilievi sollevati anche da Deborah Onisto (Forza Italia): «Ho chiesto se fosse stato richiesto il parere della Sovrintendenza e mi è stato detto di no. Questa osservazione pervenuta mi sembra una modifica sostanziale al progetto». Anche Gigi Giordani, storico segretario dei socialisti della Guidecca, chiede chiarezza al Comune: «Vogliamo capire le finalità dell’operazione».
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