Spuntano oltre settemila “immobili fantasma”

L’incrocio tra le foto aeree e i dati catastali fa emergere nel Veneziano un “tesoretto” del valore di 6,5 milioni di euro. Su cui ricadono Imu e altre tasse
MESTRE 13/06/2006 Panoramiche varie centro Mestre nella foto Coin (C) Bertolin Matteo richiesto da BOLIS MESTRE 13/06/2006 Panoramiche varie centro Mestre
MESTRE 13/06/2006 Panoramiche varie centro Mestre nella foto Coin (C) Bertolin Matteo richiesto da BOLIS MESTRE 13/06/2006 Panoramiche varie centro Mestre

 

Sono 7.149 le “case fantasma” scoperte dall’Agenzia del Territorio nella nostra Provincia. Edifici vari che hanno un valore catastale di quasi 6 milioni e mezzo di euro. Con questi dati si colloca al quarto posto nella graduatoria veneta dell’abusivismo edilizio dietro a Treviso, Verona e Vicenza. Province che superano di gran lunga la nostra in questa graduatoria di cementificazione del territorio.

Il consuntivo dell’attività di regolarizzazione dei fabbricati mai dichiarati al Catasto o che hanno subìto variazioni non dichiarate – i cosiddetti “immobili fantasma” dell’Agenzia del Territorio – si riferisce al 31 dicembre dello scorso anno. Un lavoro che si basa sulla sovrapposizione delle “ortofoto” aeree ad alta risoluzione alla cartografia catastale. Dalla sovrapposizione è stato possibile individuare che nella nostra provincia su 13.653 beni catastali era stato costruito o ampliato senza mai dichiarlo al Catasto. Questa azione di recupero dei fabbricati mai dichiarati – oltre ai risvolti civilistici connessi all’identificazione del patrimonio immobiliare e al miglioramento della trasparenza del mercato – ha un effetto significativo sul recupero dell’evasione. Il Dipartimento delle Finanze ha stimato, per ora solo a livello nazionale, che la maggiore rendita iscritta in atti, sia con le procedure standard di adempimento da parte del proprietario sia con l'attribuzione di una rendita presunta da parte dell'Agenzia del Territorio, determina un maggiore gettito quantificabile, ai fini Imu, in circa 356 milioni di euro; ai fini dell'imposta sui redditi (Irpef) e della cosiddetta “Cedolare secca”, in circa 110 milioni di euro; ai fini dell’Imposta di registro sui canoni di locazione pari a circa 6 milioni, per un gettito stimato complessivo, erariale e locale, pari a circa 472 milioni di euro.

«La normativa prevede il recupero delle imposte per gli anni precedenti e ciò andrà a produrre un ulteriore considerevole recupero di gettito fiscale in termini di accertamenti e ruoli», sottolinea l’Agenzia del Territorio. «Gli straordinari risultati raggiunti nell’attività di regolarizzazione degli immobili non dichiarati al Catasto – afferma il direttore dell'Agenzia del Territorio, Gabriella Alemanno – sono stati resi possibili per effetto di soluzioni organizzative e tecnologie innovative mai utilizzate precedentemente, nonché grazie al grande impegno profuso da tutto il personale dell’Agenzia che, pur assicurando il raggiungimento di tutti gli obiettivi concordati con il Ministero dell'Economia e delle Finanze, ha portato a termine, in tutto il territorio nazionale, una nuova attività di recupero fiscale nel settore immobiliare».

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