Spunta la terrazza ristorante sul Canal Grande all’hotel Ca’ da Mosto. Pronto un esposto
VENEZIA. Terrazza ristorante sul Canal Grande. Approdo per i taxi. Sedie e tavolini in plastica con vista esclusiva, sul plateatico spuntato dal nulla. Un fenomeno che sta esplodendo. Riducendo progressivamente lo spazio pubblico dei luoghi della città in favore degli spazi privati e commerciali.
Succede adesso a Ca’ da Mosto. Forse il più antico palazzo veneziano con portico sull’acqua, originario del Duecento. Di recente oggetto di un buon restauro. Ma davanti agli archi gotici del Canal Grande la superficie di cantiere, con il pontile per lo scarico dei materiali, si è trasformata in tempo di record in una terrazza ristorante.
Decine di sedie e tavolini in plastica bianca sono ben visibili da ogni lato. Ospitano clienti del bar e del ristorante dell’albergo. A fianco il nuovo pontile per l’approdo dei motoscafi. Tutto regolare?
Da qualche anno si intensificano le trasformazioni dei palazzi in hotel. Con annesse terrazze che occupano parti del Canal Grande. Gli esempi sono numerosi. Business is business. E spesso gli uffici comunali e la Soprintendenze concedono in tempo di record permessi per ampliare sull’acqua il plateatico. Succede in Canal Grande, ma anche lungo le Fondamente Nuove e nel canale della Giudecca, dove i permessi li dà il Provveditorato alle Opere pubbliche.
Nei giorni scorsi al nostro giornale è pervenuta una dettagliata segnalazione. «Com’è possibile», si legge nell’esposto, «che istituzioni, comitati, giornalisti, popolo del web non siano accorti come un assito di cantiere si trasformi in una terrazza sul Canal Grande addobbata per cene e cocktail, con attracco dei taxi? Non ci sono più regole per tutelare la via d’acqua più preziosa del mondo? Poi magari a un privato non viene concesso un pontiletto minuscolo per la sua riva d’acqua».
A quanto pare la terrazza è pure autorizzata. Non passerebbe per molto tempo inosservata in quella posizione centralissima. Ma allora, si chiede il professionista, qualunque hotel che apre in un qualunque luogo della città ha diritto alla terrazza sull’acqua e all’approdo attrezzato per i taxi? Anomalie di una città che in qualche caso sembra aver allentato ogni controllo.
Così è nei plateatici selvaggi di alcune aree frequentate dai giovani ma anche dalla movida. Così adesso per gli hotel. Gli spazi liberi, non soltanto in Canal Grande ma anche nei rii interni vengo occupati. Spesso i residenti non riescono nemmeno a utilizzare le rive pubbliche, come era successo qualche anno fa a Cannaregio, con una passerella sulla riva poi fatta rimuovere. Adesso tocca al Canal Grande. La terrazza spuntata all’improvviso sopra le tavole per il cantiere edile non risulta autorizzata dal Commercio. Forse dai Lavori pubblici. E la Soprintendenza? Da approfondire. —
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