Spray al peperoncino per l’autodifesa
MARTELLAGO. Non si sa se da ieri ci sarà un aumento delle vendite dello spray al peperoncino, almeno tra gli abitanti di Martellago, ma di certo più d’uno si è dimostrato interessato. Non solo, perché diverse donne hanno pure chiesto come fare per partecipare a un corso di autodifesa.
Ieri alla pizzeria Alla Tabina di Olmo si è tenuta una lezione gratuita, proposta dal comitato Martellago Sicura, per capire come usare lo strumento antidifesa, quali rischi incorre ma anche quali vantaggi. In sala c’era una trentina di persone, molte le donne, anche giovani. Il tutto mentre il Comune ha informato lo stesso comitato che a breve prenderà il via il tavolo tecnico per lavorare sul tema della sicurezza.
Spray. È Diego Pappacena a spiegare i “segreti” dello spray. Esperto di autodifesa, per oltre un’ora ha chiarito molti aspetti di questo strumento, disponibile al prezzo di 15 euro. Lo strumento è legale, si può trovare in diversi negozi e serve a proteggerci. Rispetto a quello in uso alle forze dell’ordine dove il gettito arriva anche a tre metri, quello per i cittadini giunge fino a 80 centimetri. Meglio evitare di spruzzarlo controvento e mai arrivare al contatto con il malvivente. L’effetto, per chi lo subisce, dura alcuni minuti e gli occhi si chiudono, iniziano a lacrimare, ci si mette le mani davanti. Lo stesso Pappacena ha mostrato, con esempi pratici, come usarlo in caso di necessità.
Donne. Erano molte in sala, almeno la metà, e anche di giovane e media età. Alcune di loro si sono interessate non solo all’acquisto dello spray, ma anche a partecipare a dei corsi di autodifesa. «Ho subito un furto in casa», spiega Giorgia Brugnaro di 20 anni, «e ho intenzione di comperare questo strumento. Ci sono aggressioni verso noi donne ed è meglio tutelarsi». Anche Alessandra Manca vuole partecipare a dei corsi specifici. «A mio marito hanno fatto razzia di prodotti nella sua macchina», racconta «e ai vcini di casa, i ladri hanno fatto razzia dopo averli narcotizzati. Ora teniamo le finestre chiuse e le luci accese».
Alessandro Ragazzo
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