Sportarredo e Berti, ecco chi ci ha creduto

Per la coop dei Solarium il fatturato del 2017 sale del 30%. E a Tessera ora il bilancio torna in utile

Alla Sportarredo chiuderanno il bilancio 2017 con un incremento del 30% e si preparano all’acquisto dell’immobile di Gruaro dove oggi sono in affitto. Alla Berti di Tessera, cooperativa avviata nel 2016, l’ultimo fatturato è stato di 3 milioni di euro e l’obiettivo, nonostante la crisi del settore edile, è di arrivare a 5. Settori diversi, percorso simile per il salvataggio di due aziende che sono tornate a macinare. Claudio Pasquon, presidente della cooperativa Sportarredo, annuncerà ai soci i dati di bilancio, e lo farà con il sorriso sulle labbra. «Cresciamo anno dopo anno, quest’anno per la prima volta siamo tornati alla più importante fiera di settore, la Cosmoprof di Bologna, ed è stato un successo anche per l’affetto dei clienti».

La Sportarredo costruisce solarium, ha due linee di cosmesi ed ha anche il mandato esclusivo per rappresentare la ditta tedesca Sapphire (epilazione) in Italia. E pensare che la società era in liquidazione, ferma da un paio d’anni. La gara della liquidazione - era il 2015 - l’hanno vinta gli operai, che si sono aggiudicati anche la proprietà intellettuale, i marchi, i brevetti e le attrezzature. Il primo anno fatturato a 1 milione e 100 mila, il 30% in più di quanto prefissato. E negli anni successivi è stato sempre un crescendo.

«Direi che la scommessa è stata vinta», dice Pasquon, «i risultati e la passione che ci mettiamo lo dimostrano, nessuno guarda più l’orologio quando c’è da andare via e quel che resta in azienda viene investito in innovazione». Il prossimo obiettivo: «Comprare l’immobile nel quale siamo, sarebbe il nostro sogno». Allo sprint della Sportarredo si affianca il passo da maratoneta della Berti, con sede a Tessera. La cooperativa guidata da Attilio Pasqualetto naviga in un settore ancora difficile, quello dell’edilizia, ma il trend di crescita lascia ben sperare per il futuro. Il primo anno si è chiuso in passivo, il 2017, con fatturato a 3 milioni, l’azienda è tornato in terreno positivo. «Non è stato facile, e continua a non esserlo», spiega Pasqualetto, «soprattutto per perché il mercato edile non si è ancora ripreso. Ma crediamo di avere messo le basi, ricostruendo i rapporti commerciali, che ci hanno permesso di acquisire commesse anche all’estero, in Svizzera». La Berti, che produce serramenti, nata nel 1962, era stata dichiarata fallita a fine 2015. Sono stati i lavoratori a chiedere alla Filctem Cgil di provare, tramite la Legacoop, la strada della cooperativa che ha preso l’azienda in affitto dal curatore fallimentare. «Quest’anno passeremo all’acquisto vero e proprio», prosegue Pasqualetto, «per noi è un anno chiave perché dobbiamo cominciare a pensare anche agli investimenti. Siamo provati, ma anche consapevoli di aver fatto qualcosa di buono, passi avanti importanti per noi e per la nostra azienda». (f.fur.)

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