«Spinta per terra e presa a calci». Violenza senza pietà dei banditi
San Donà. L’anziana aggredita in casa domenica racconta il dramma vissuto dal suo letto alla Rizzola «Dicevo di smettere e loro continuavamo a picchiarmi». L’83enne ha ematomi su braccia e gambe
DE POLO - DINO TOMMASELLA - S. DONA' DI P. - LA SIGNORA IN OSPEDALE DOPO L'AGGRESSIONE
SAN DONÀ. L’hanno spinta a terra e presa a calci senza pietà né ritegno. Adriana Cadamuro, 83 anni, residente in via Petrarca a San Donà, ha ancora quella scena davanti agli occhi.
I due rapinatori entrati in casa all’una del pomeriggio di domenica cercavano oro e gioielli. Non ne hanno trovati, ma in compenso si sono sfogati sulla povera anziana sola che ha visto la morte in faccia. Ora è ricoverata alla casa di cura Rizzola di San Donà, dopo un primo intervento al pronto soccorso. La prognosi non è stata sciolta e il primario, dottor Semplicini, la sta monitorando. Un simile trauma con ematomi alle braccia, le gambe e il fondo schiena può essere pericoloso anche a livello cardiaco. I primi a intervenire è stato un vicino di casa che ha lanciato l’allarme, e i carabinieri che l’hanno soccorsa. Il cognato di Adriana Cadamuro, Ennio Mazzon, per 30 anni consigliere dell’Msi e An, a capo di una lista civica omonima si sfoga accanto al suo letto: «Con questa gente ci vuole solo olio e manganello». Ora la signora sta cercando di riprendersi, ma non è facile.
Ci può raccontare cosa è successo?
“Ho sentito suonare e sono andata alla porta. Non sapevo chi fosse. È bastato aprire un po’per vedere e mi sono trovata la porta addosso, spinta sul pavimento come un sacco».
Cosa le hanno fatto?
«Hanno detto poche parole, con accento straniero, non saprei distinguere quale, e avevano il volto coperto da un fazzoletto. Volevano che dessi loro tutto quello che avevo. Io ho iniziato a gridare, a dire che non avevo nulla. Avevano anche un oggetto strano in mano, forse per rilevare oro o gioielli addosso. Uno dei due ha perso il controllo e ha iniziato a prendermi a calci, sulle braccia e le gambe. Io gli gridavo di lasciarmi stare e lui continuava a picchiarmi. Allora non ho più parlato».
Poi cosa è successo?
«Se ne sono andati via in silenzio, lasciandomi a terra. Ricordo che è entrato un vicino di casa con i carabinieri per aiutarmi, e mi hanno fatto delle domande».
Come hanno potuto picchiarla senza la minima pietà?
«Forse erano alterati, avevano preso delle sostanze. Mi hanno detto che qualcuno li aveva visti nella zona qualche ora prima intenti a camminare e osservare. Probabilmente sapevano che vivo sola, che in giro non c’era tanta gente la domenica, a quell’ora e con il caldo. Non so davvero come possano essere stati tanto violenti con una donna anziana e impaurita». I carabinieri stanno ora indagando dopo aver raccolto tutte le testimonianze. Visioneranno eventuali telecamere nella zona. I due dovrebbero essere stranieri, di media altezza e corporatura e potrebbero ancora trovarsi nel territorio.
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