Spinea, vandali contro il presepe dei motociclisti
SPINEA. Decapitata la Madonna e rubato il Bambin Gesù sotto la capanna. Era un presepe un po’ particolare quello allestito in piazzetta Donatori di Sangue, zona Bersaglieri, dal Moto Club Spinea: a rappresentare la sacra famiglia, sotto una tenda, erano manichini vestiti da motociclisti, voluti dai soci per allietare i giorni dei mercatini di Natale. Evidentemente a qualcuno l’idea non è piaciuta.
Ignoti sono entrati in azione durante la notte tra giovedì e venerdì, decapitando il manichino rappresentante la Madonna e portando via il Bambino. I soci del Moto Club se ne sono accorti ieri mattina, passati per spegnere la luce che illuminava la capanna durante la notte. Hanno trovato la culla vuota e un manichino a terra, senza testa. L’inquietante scoperta ha subito fatto il giro della città.
Il presidente del Moto Club Luigino Faraon è andato dai carabinieri a sporgere denuncia contro ignoti per furto e danneggiamento. «È un atto che offende la dignità delle persone indipendentemente dalla fede religiosa», ha detto Faraon». Difficile risalire ai responsabili. Si segue la strada dei balordi, vandali che hanno agito per noia o provocazione. Ma non è esclusa nemmeno l’azione sacrilega o, al contrario, quella di “puristi” del presepe, che potrebbero aver mal digerito una rappresentazione della Natività poco ortodossa.
Quel che è certo è che l’episodio si inserisce in un elenco di vandalismi e provocazioni iniziato oltre un mese fa a Mirano, con l’assalto sacrilego ai capitelli dei santi, poi replicati nel centro storico di Venezia. Di sicuro l’assalto al presepe dei motociclisti rischia di avere ripercussioni sull’attività benefica organizzata dai centauri i prossimi giorni. «Se si riuscirà a trovare il Bambino e la testa della Madonna potremmo tenere aperta la capanna fino all’Epifania», spiega Faraon, «per quel giorno avevamo programmato l’arrivo dei Re Magi in moto per portare doni ai bambini e chiudere la raccolta fondi per l’acquisto di una motoambulanza per l’associazione Medici per l’Africa, alla quale abbiamo legato la prossima spedizione umanitaria in Uganda».
Filippo De Gaspari
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