Sparatoria davanti al Pam di Spinea, al vaglio l’accusa di tentato omicidio
L’uomo di 37 anni è stato intercettato a San Stino, denunciato anche un 33enne che era con lui. Il ferito è un 25enne albanese. I carabinieri hanno trovato due bossoli e un proiettile inesploso

Non sono servite neppure dodici ore ai militari dell’Arma per individuare e raggiungere i due uomini che, nella serata di sabato, si sono scontrati con un’altra persona nel parcheggio del supermercato Pam di via delle Industrie, a Spinea.
Uno scontro iniziato a calci e pugni, continuato a fendenti di spranga e poi chiuso da due colpi di pistola, esplosi nel pieno dell’area commerciale ai margini di via Roma, tra le tantissime persone che alla vigilia di Pasqua si preoccupavano di recuperare le ultime spese.
Ad aver fatto fuoco è stato un 37enne di origini albanesi, individuato in fuga verso Portoguraro, a San Stino di Livenza: è lui che, nel pieno della rissa, è riuscito a guadagnare l’interno dell’auto e a recuperare l’arma da fuoco, con cui ha sparato due colpi; uno è andato a vuoto, l’altro ha colpito il bersaglio al polpaccio.
I carabinieri, che hanno battuto tutto l’asfalto della zona, hanno individuato i due bossoli e anche un intero proiettile inesploso, probabilmente espulso dalla pistola nel momento in cui è stata armata, prima di fare fuoco o tra un colpo e l’altro: probabile che lo straniero, infatti, abbia caricato il carrello della semiautomatica due volte, oppure che l’abbia fatto anche dopo il primo sparo, finendo così per far volare via il colpo già in canna.
Identificato anche chi si trovava assieme a lui: un uomo di 33 anni, anche lui di origini straniere ma proveniente da uno di Paesi del blocco dell’ex Jugoslavia. Il ferito, che già nella serata di sabato era stato trovato dagli uomini dell’Arma all’ospedale di Mirano, è invece un 25enne, sempre di nazionalità albanese.
I militari hanno ricostruito la dinamica di tutto lo scontro, grazie alle testimonianze dei presenti e soprattutto alle telecamere presenti in zona, che hanno anche ripreso la Mercedes usata dai due trentenni per fuggire, inquadrata con tanto di targa italiana bene in vista.
Rispetto alla prima ricostruzione dei fatti è stato chiarito come, in realtà, ad azzuffarsi siano stati solo in tre, i due rintracciati nella notte contro il ventenne rimasto poi ferito; è stato lui, dopo un primo contatto a spinte e sberle, ad aspettare gli altri due all’esterno del punto vendita, armato di una sbarra di ferro. Prima della lotta i tre si sarebbero anche scambiati sigarette e accendini, in un momento disteso, l’ultimo prima che salisse la tensione, per motivi ancora da chiarire.
Tutti e tre residenti nel Veneziano, i loro nomi sono ora sul tavolo dell’autorità giudiziaria, che potrà decidere come procedere nei loro confronti. Domenica mattina, comunque, nessuno dei tre era stato tratto in arresto, anche se nel corso della giornata tutti sono stati denunciati: inevitabile la contestazione del porto abusivo d’arma da fuoco - in Italia a nessuno è consentito di girare per strada con una pistola, anche se regolarmente dichiarata, fatte salve guardie giurate e forze dell’ordine, ovviamente, e anche chi va al poligono può spostarla solo lungo quella tratta e solo in una valigetta, con munizioni a parte; il reato di lesioni, a diverso titolo, aspetta tutti e tre i partecipanti, con le aggravanti del caso.
Da capire, invece, se il pubblico ministero deciderà di aggiungere un capo d’imputazione per tentato omicidio contro il 37enne che ha sparato: il proiettile ha colpito un punto non vitale, ma l’uso di un’arma da fuoco rende il caso sensibile di diverse interpretazioni. Certo è che, se al momento non si è deciso per un provvedimento restrittivo anche temporaneo, per ora questa accusa non è stata formalizzata.
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