Spinea: rapina in sala slot, quarto arresto
SPINEA. Ne mancava uno, ma era solo questione di tempo. Mercoledì gli investigatori della Squadra mobile diretti da Stefano Signoretti hanno arrestato il quarto e ultimo componente della banda che lunedì sera ha assaltato e rapinato la sala slot Admiral di via Roma 170, a Spinea, di fronte alla biblioteca. In manette, rintracciato in un bar di via Bissuola, il tunisino Neji Fatnassi, 39 anni, senza fissa dimora.
L’uomo ha numerosi precedenti per spaccio. Nel pomeriggio i poliziotti hanno perquisito la casa abbandonata dove aveva trovato alloggio, trovando - e sequestrando - il materiale da travisamento e parte dell’abbigliamento utilizzato per la rapina di cui, nonostante avesse saputo dell’arresto dei tre complici, non aveva ritenuto necessario liberarsi. Gli investigatori della squadra mobile sono riusciti a identificarlo grazie alle immagini registrate dalla Sala Bingo in piazza Barche dove il 39enne Fatnassi si era incontrato con i complici prima di spostarsi verso Spinea per commettere la rapina. In serata l’uomo è stato poi accompagnato in carcere a Santa Maria Maggiore.
Lunedì sera, dopo la rapina e al termine di un inseguimento, gli agenti erano riusciti a bloccare Tiziano Silan, mestrino di 54 anni, e Valentin Cristian Dobre, romeno di 32 anni, autista della banda ed ex buttafuori proprio della sala Bingo di piazza Barche a Mestre. Per Dobre il gip Marta Pacagnella dopo aver convalidato l’arresto ha disposto i domiciliari. L’uomo ha ammesso di aver accompagnato i tre amici a Spinea, ma che questi non gli avevano detto di essere intenzionati a compiere una rapina.
Poi martedì le indagini hanno portato all’arresto di un terzo componente della banda, Zouhaier Mefteh, 45 anni, tunisino. A casa sua, a Carpenedo, gli investigatori hanno trovato la scatola della pistola scacciacani usata per la rapina, una Beretta simile a quella delle forze di polizia che i rapinatori avevano gettato in via Pastrengo, al Villaggio dei Fiori, durante la fuga.
E a casa sua c’era anche una parte del bottino. I poliziotti hanno avuto gioco facile a rintracciarlo, poiché scappando aveva lasciato il giubbotto, con il telefonino in una tasca, nell’auto usata per la rapina e poi abbandonata.
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