Spinea, liberato il terreno della mattanza ma è scontro tra gli animalisti

L’area occupata da “Sos Natura” dove un centinaio di bestiole è stato ucciso dalle volpi è stata restituita ai proprietari. Lav e “100% animalisti” si accusano mentre Facebook si scatena

SPINEA. “Sos Natura” non c’è più. O meglio, non c’è più la sede, il rifugio degli animali quasi tutti sterminati tra domenica e lunedì, ora è certo, dalle volpi.

Trovato il colpevole, non sembra finita però l’intricata vicenda dell’associazione di Enrico Piva, dimesso ieri dall’ospedale dopo un malore causato dalla concitazione. Ora Piva è alle prese con i fari accesi dalle istituzioni sulla sua, ormai ex, struttura: in via Unità, luogo della mattanza, l’area è tornata al proprietario del terreno, dopo essere stata liberata dallo stesso Piva. Non ha più senso dunque il raduno che il popolo di Facebook aveva organizzato per domani, alle 15, davanti alla sede dell’associazione, per portare solidarietà a Piva e alle sue bestiole.

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Anzi gli spazi sui social network, nati per solidarietà all’oasi e ai suoi responsabili, diventano ora terreno di battaglia tra chi attacca, giudicando azzardate collette in denaro e sottoscrizioni alla luce degli esiti delle indagini sugli animali morti e chi invece continua a difendere Piva e i volontari, sostenendo che la maratona benefica esula dagli esiti delle perizie. Insomma: uomo o volpe cambia poco e molti a Spinea vogliono che Piva torni dai suoi animali.

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Sulla vicenda si divide anche il variegato fronte animalista: se la Lav, la Lega antivivisezione, attacca senza mezzi termini Piva, ritenendolo il primo responsabile della mattanza per aver incautamente esposto gli animali ai predatori e chiede alle autorità di far luce su autorizzazioni e registri, i militanti di “100% animalisti”, che mercoledì si sono recati a Spinea, rifiutano i referti ufficiali: «La ricerca dei colpevoli non venga insabbiata da referti di comodo e da conclusioni infondate, cui purtroppo si sono associati sedicenti animalisti», affermano gli attivisti, «ci sono sotto interessi e speculazioni, di cui le vittime sono, come al solito, gli animali».

Il riferimento è proprio al terreno: «Un ex orto», rileva 100% animalisti, «incolto e abbandonato, tornato ai proprietari». Intanto alla petizione online che chiede alle forze dell’ordine di fare giustizia per gli animali di Piva e che ha raggiunto i 58 mila sostenitori, se ne aggiungono altre, di stampo goliardico, per chiedere vendetta per le povere bestiole uccise.

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