Spigolo errato al “Cubo” proposta una modifica

Santa Chiara. Sopralluogo dei vigili e dei tecnici dell’Edilizia privata: non va bene per l’uso pubblico. Il proprietario Dazzo e il suo avvocato pronti ad adeguarsi

VENEZIA. Una modifica al progetto del nuovo hotel Santa Chiara. Per superare l’ostacolo dello “spigolo”, che non ha le altezze di legge necessarie per il passaggio e l’uso pubblico. La richiesta è stata presentata al Comune nei giorni scorsi dal titolare dell’hotel, il presidente dell’Aepe Elio Dazzo, e dal suo avvocato Pier Vettor Grimani. Un tentativo di superare lo stop del Comune. Dopo aver ricevuto alcune segnalazioni di cittadini, vigili e tecnici dell’Edilizia privata hanno effettuato alcuni sopralluoghi. «Le opere corrispondono a quanto autorizzato», hanno scritto gli architetti comunali, «ma le altezze non sono sufficienti». Una nuova polemica dopo la raffica di critiche anche internazionali dell’estate scorsa. Dopo due anni di lavori il “cubo” è stato scoperto. E subito attaccato da architetti, critici d’arte e associazioni per la tutela del Territorio come Italia Nostra.

Ma il raddoppio dell’hotel proprio a fianco del ponte di Calatrava ha dimostrato di avere tutti i permessi. Vinto anche il ricorso al Tar - la giunta Cacciari allora aveva deciso di non andare in appello - e così il potente imprenditore aveva ottenuto il via libera. Progetto affidato all’architetto genovese Maurizio Varratta, che si era avvalso della collaborazione di Antonio Gatto (ex presidente dell’Ordine e membro della commissione di Salvaguardia) e Dario Lugato.

L’hotel raddoppiato aveva ottenuto, unico a Venezia, anche il via libera per un parcheggio sotterraneo. Bloccata per il momento la richiesta di un plateatico, proprio a due passi dalla fermata dei vaporetti Actv. Il terreno di proprietà di Dazzo è stato recintato con piante. Proprietà privata nel mezzo del terminal più importante della città. Adesso il Comune dovrà decidere se accettare la modifica. In caso contrario, il passaggio sotto lo «spigolo» sarà interdetto al pubblico per ragioni di regolamento e di sicurezza.

Una vicenda che fa discutere da anni, quella del nuovo Santa Chiara. Elio Dazzo, presidente dell’Aepe, è già titolare di numerosi altri alberghi nel centro storico. L’hotel Vivaldi alla Pietà, di proprietà dell’Istituzione Pietà; l’albergo della palazzina Stern a Ca’ Rezzonico, costruzione liberty già sede degli ambulatori dell’Usl. L’Usl lo aveva affidato alla società di Dazzo. Lo stesso imprenditore, proprietario del Santa Chiara e della “dependance” Residenza Parisi (a 200 metri dall’hotel), ha presentato la richiesta di realizzare un nuovo albergo anche nella palazzina Ligabue, in rampa piazzale Roma, di proprietà del Porto. Una gara ancora aperta. Perché sono state presentate altre due offerte, tra cui quella dell’imprenditore Ivano Boscolo Bielo, di realizzare un centro prelievi ed esami con una casa dello studente.(a.v.)

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