«Spiegare le leggi in chiesa, Renzi sbaglia»
CHIOGGIA. Il vescovo di Chioggia, Tessarollo, bolla la proposta di Renzi di passare per le parrocchie come «malintesa laicità e insana dottrina». Il pastore di anime continua a commentare “ad alta voce” i fatti attuali nell’editoriale Nuova Scintilla. Dopo la riflessione contro il giudice sul caso del tabaccaio Birolo condannato per aver ucciso il ladro entrato nel suo locale e quella sul disegno di legge Cirinnà, ora il vescovo critica il capo del governo italiano. «Si era proposto», dice monsignor Tessarollo, «di passare per le parrocchie a spiegare le “sacrosante leggi” che il governo propone e sulle quali mette “la fiducia” per farle passare». Il vescovo non cita mai il nome del «Capo del Governo italiano», Matteo Renzi, che di recente ha lanciato la sfida al mondo cattolico, in particolare al popolo del Family Day che si era opposto alla proposta di legge sulle unioni civili. Il portavoce Massimo Gandolfini aveva precisato di impegnarsi per il no al referendum del prossimo ottobre. L’immediata risposta di Matteo Renzi era stata quella di annunciare la sua visita nelle parrocchie per fare campagna elettorale.
Sulla questione Tessarollo è chiaro: «Le porte delle chiese o dei centri parrocchiali sono aperte sulle strade perché quelli di fuori possano entrare, ma per reciprocità ci auguriamo che anche chi è dentro possa uscire a dire i propri pensieri e le proprie valutazioni su quel che accade fuori, senza che ciò sia da qualcuno tacciato come ingerenza».
Nell’editoriale il vescovo continua parafrasando un vecchio detto: «Suonate pure le trombe ma non mettete a tacere le campane», come invece molti pretenderebbero, in nome di una malintesa “laicità”. Le “campane” infatti fanno risuonare un pensiero popolare, una sapienza popolare, che ha una sua stabilità consolidata dall’esperienza, che non corre dietro ad ogni vento di «insana dottrina».
Il presule che esprime perplessità su tante sentenze motivate risveglia coscienze e pone l’accento sull’impegno educativo: «Quanti privilegi, o azioni, o permessi legalmente ottenuti o riconosciuti, poco hanno a che fare con il bene! Non stiamo perdendo la nostra identità culturale, di pensiero, di sagge tradizioni di ogni genere, nate da esperienze, osservazioni della realtà, comportamenti quotidiani? Più lo Stato esclude l’espressione e la collaborazione di ogni sua realtà, tanto più diventa Stato Assoluto».
Nadia De Lazzari
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