Spiaggia senza fumo a Sottomarina? Gli operatori balneari frenano
SOTTOMARINA Il sindaco sogna una spiaggia “Smoke free”, ma gli operatori balneari frenano gli entusiasmi. Sulla scia di altre località del Veneto orientale e della Romagna, anche Chioggia vorrebbe “liberare” il litorale dal fumo e soprattutto dai mozziconi abbandonati, ma le sigle di categoria, pur apprezzando l’idea, ammettono che renderla operativa, con aree riservare ai fumatori, controlli e sanzioni, è di difficile realizzazione. Il caso di Bibione, con tutta la scia di polemiche, fa scuola.
Il sindaco Alessandro Ferro, dopo l’ordinanza plastic free avrebbe voluto spingere sull’acceleratore green e firmare un provvedimento di divieto per il fumo sul litorale, ma in un confronto con gli operatori è emerso quanto poi nei fatti diventerebbe difficile applicarlo. «Dopo alcuni incontri», spiega Ferro, «ho scritto alle associazioni Gebis, Ascot e Cisa camping per chiedere di aderire alla campagna “Respira il mare”, un progetto di smoke-free beach, nato in collaborazione con l’Oms con l’obiettivo di proteggere il mare, il suolo e le persone dal fumo passivo nonché dai mozziconi. Invitiamo gli stabilimenti a aiutarci nella sensibilizzazione dei frequentatori del litorale sia con l'installazione di avvisi che invitino a limitare il più possibile il fumo in luoghi altamente frequentati (battigia, ombrelloni, zone giochi), sia con l'individuazione, dove possibile, di aree riservate ai fumatori. Siamo certi che i fumatori sapranno cogliere questa opportunità, nel rispetto della salute e dell'ambiente».
Dalle indagini di Legambiente è emerso che nelle spiagge italiane i mozziconi si collocano al sesto posto tra i rifiuti abbandonati, dopo pezzi di plastica, tappi e anelli, bastoncini per le orecchie, pezzi di polistirolo e bottiglie».
Idealmente gli operatori sposano in pieno l’invito del sindaco, sono però scettici sulla facilità con cui darne applicazione. «È chiaro che la pulizia dell’ambiente ci sta a cuore», spiega Luciano Serafini, presidente di Cisa camping, «quando però il sindaco ci ha ventilato l’idea di un’ordinanza abbiamo subito sollevato problemi sull’applicazione, senza contare la difficoltà dei controlli. Dobbiamo studiare il modo più opportuno per declinare questo invito senza far sentire i nostri ospiti poco graditi o isolati in contesti particolari. Non tutti gli stabilimenti potranno trovare aree riservare ai fumatori. Di certo non mancherà la collaborazione, ma i modi vanno pensati bene».
«La sensibilità ambientale c’è in tutti gli operatori balneari», sostiene il presidente di Ascot, Giorgio Bellemo, «Come non pensare di onorare il proprio ambiente di vita e lavoro? Attenzione però a non voler replicare situazioni che si basano su caratteristiche che da noi non ci sono. I nostri operatori hanno già dimostrato grandi sensibilità ambientali e non mancheranno di rispondere a questo invito ma nei modi compatibili con la nostra realtà… La stessa sensibilità ambientale la vorremmo trovare anche in altri contesti, uno su tutti il VGate».
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