Spiaggia chiusa ma solo con aiuole e siepi

Jesolo. L’ex sindaco Martin rilancia il suo vecchio progetto: «Per entrare un sistema tipo ski-pass»

JESOLO. «Spiaggia chiusa? Il progetto è nel cassetto che basterebbe solo riaprire». Renato Martin, ex sindaco di Jesolo, è ancora in prima linea e non molla. A capo della sua omonima lista civica all’opposizione, fa pesare i suoi 10 anni di amministrazione, che ancora tanti nostalgici annoverano tra i migliori per Jesolo. Politica a parte, Martin è ora da tempo all’opposizione e anche il “matrimonio” con l’altro ex, Francesco Calzavara, è finito.

In questi giorni si parla ancora di spiaggia chiusa, recinzioni per sconfiggere il fenomeno dei venditori abusivi sempre più asfissiante. L’Aja, con Massimilianio Schiavon, lo ha rilanciato un po’ a sorpresa. Ma in piena estate, e in mezzo agli scontri in spiaggia con i venditori, fa sempre notizia. Schiavon vorrebbe recinzioni e cancelli, il sindaco chiede qualcosa di meno forte e ostativo, la Federconsorzi di Renato Cattai pensa a più moderate aiuole e siepi per dare un’idea di controllo.

«Direi che era tutto scritto nel nostro progetto redatto da un architetto», dice Martin, «lo avevamo elaborato con la Jesolo Turismo e c’era stato un assalto feroce. Si voleva formare un comitato contro la spiaggia a pagamento ed ebbe tanto spazio. Ma noi avevamo le idee chiare, anche se forse era ancora presto. Avevamo previsto quello che sarebbe accaduto. Siepi e aiuole vistose sono anche queste barriere, magari più eleganti, e le avevamo in ogni caso considerate. L’ingresso era a pagamento, una somma che oggi potrebbe essere di 1 o 2 euro, per entrare in spiaggia e avere tutti i servizi: sicurezza con il salvataggio, docce con acqua calda, pulizia, controllo. Questo per i giornalieri che volevano entrare a farsi un bagno per una giornata. Poi ci sarebbero state le convenzioni con le strutture ricettive e i turisti».

«Restavano anche le spiagge libere», precisa Martin, «senza servizi, e non a pagamento, per chi voleva trascorrere la giornata in spiaggia senza pagare nulla, ma neppure pretendere nulla. Un progetto che piaceva anche ai consorzi e che adesso andrebbe ripreso, anche per il sistema ispirato allo sky-pass che regolava il pagamento e accesso alla spiaggia».

La giustificazione dei venditori abusivi e degli scontri calza a pennello. Se il progetto fosse limato, forse per il prossimo anno potremmo vedere le prime spiagge davvero chiuse in qualche modo, anche se finora gli esperimenti in piazza Mazzini non hanno avuto successo. (g.ca.)

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