Spiagge e concessionario unico, è polemica
JESOLO. Concessionario unico per le spiagge, c’è maretta tra i consorzi e i vari operatori del balneare. La recente conferma ai vertici di Federconsorzi, per acclamazione, di Renato Cattai ha già rivelato una fronda interna di scontenti che hanno criticato le modalità di votazione del presidente, unico candidato, e del direttivo, accusando di un mancato ricambio interno. Un segnale di scontento che serpeggia da qualche tempo, ma non impensierisce i vertici della federazione dei consorzi di Jesolo.
Non ha partecipato neanche l’associazione “Veneto Chioschi”, in mancanza di un invito formale. Ma è il progetto di un concessionario unico, sul modello di Bibione, che non convince e sta dividendo la categoria. Solo lo studio commissionato è costato circa 30 mila euro, sollevando qualche malumore. A Jesolo ci sono 26 consorzi, ovvero imprese di gestione, una centinaio di concessionari compresi tutti quanti lavorano sulla spiaggia e hanno una concessione. 55 sono i chioschi, poi i carrettini di gelati e bibite, i vari stabilimenti balneari autonomi.
Cattai, con stile britannico, è rimasto distaccato: «Non ci sono state contestazioni. Una sola candidatura è pervenuta, la mia, e credo sia stato riconosciuto un modo di fare impresa e non solo sindacato». Taglia corto il presidente, e ha ragione perché la sua gestione è stata molto dinamica. Ma adesso c’è la proposta di affrontare la Bolkestein con un gestore unico che invece di unire pare dividere. Come mettere ad esempio tutti d’accordo con lo strumento dei patti parasociali?
Un operatore paventa scenari inaccettabili: «Non vorremmo che con questo gestore unico per affrontare le direttiva europea si andasse proprio nella direzione contraria alla sana concorrenza. E poi rischiamo di avere sempre più una spiaggia differenziata, da una parte i vip con i soldi e dall’altra il popolo che si accontenta».
Intanto, Federturismo Confindustria invita tutti i balneari italiani contrari al disegno di legge approvato dal Governo che certifica le evidenze pubbliche, a partecipare pacificamente al presidio-manifestazione di domani alle 11 in piazza Montecitorio a Roma. I balneari non accettano di andare a gara per le attività, non accettano periodi transitori che il Governo propone per approntare le evidenze pubbliche. Sono i temi caldi del dibattito di uns categoria che teme di veder scardinati quelli che di fatto erano diventati dei monopoli.
Giovanni Cagnassi
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