Spiagge all’asta nel 2018 «Fermeremo l’Europa»
JESOLO. Balneari sul piede di guerra per le spiagge da mettere all’asta nel 2018. Fiba Confesercenti e Veneto Chioschi invitano però la categoria a non perdere la calma, perché saranno i passaggi burocratici in atto a ritardare le aste per le concessioni dopo la bocciatura della Ue delle proroghe fino al 2020. La prossima stagione non si tocca e di questo passo non ci saranno modifiche neppure per il 2017. La legge con cui l’Italia ha previsto la proroga automatica della durata delle concessioni demaniali marittime e lacustri per attività turistico-ricettive fino al 2020 è contraria al diritto europeo, e questo sembra assodato. Ma questa non è la decisione della Corte di Giustizia dell’Ue, come rilevano i balneari, bensì solo la conclusione dell’avvocato generale, Maciej Szpunar.
«Si tratta dunque di una posizione in gran parte attesa e scontata», dice il presidente regionale di Fiba e Veneto Chioschi, Lorenzo Vallese, «ma che non è affatto vincolante per i giudici». Vallese appare rassicurante. «La Corte prenderà una decisione», dice, «solo dopo aver ascoltato anche la voce degli avvocati che difendono le posizioni della categoria. Inoltre, qualora i magistrati europei dovessero alla fine pronunciarsi contro la proroga automatica delle concessioni, bisognerà esaminare attentamente le motivazioni della sentenza. Solo allora si potrà verificare se vi sono margini e aperture positive che consentano all’Italia la formulazione di una legge analoga a quelle attualmente vigenti in Spagna e Portogallo. Intendiamo nel frattempo continuare il nostro impegno per l’approvazione di una norma nazionale che consenta il “doppio binario”, ovvero, distinguere le concessioni in vigore da quelle nuove. Si tratta della medesima posizione già sostenuta formalmente dalla Conferenza delle Regioni Italiane e confermata dai numerosi assessori regionali, tra cui quello al turismo del Veneto Federico Caner, in occasione della manifestazione unitaria settore che ha avuto luogo a Roma lo scorso 17 febbraio».
«La soluzione del cosiddetto atto formale, che viene da più parti sollecitata e in questi giorni al centro delle discussioni, non è la soluzione definitiva al problema Bolkestein», conclude il presidente Fiba, «si tratta di una soluzione tecnica, già percorribile senza ricorrere a normative particolari, che rappresenta un salvagente solo per alcuni. Soluzione che lascerebbe gran parte del comparto, fatto di migliaia di imprese, esposto alla roulette della gare e delle procedure di evidenza pubblica».
Giovanni Cagnassi
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