«Spesso dietro ci sono organizzazioni criminali»
«Dietro a questi mendicanti o accattoni, spesso si nascondono attività lucrative e organizzazioni pericolose». Il sindaco Andrea Cereser comprende perfettamente l’opera di “moral dissuasion” del direttore generale, Carlo Bramezza.
«Noi lavoriamo con i nostri servizi sociali per una selezione delle famiglie e persone che hanno bisogno di aiuto», spiega il sindaco, «cerchiamo di studiare e capire i vari casi per poi intervenire concretamente con i mezzi che ha un’amministrazione comunale. I mendicanti sono spesso inseriti in ben altre organizzazioni che poi consentono di ricavare del denaro dalla loro attività. La polizia locale è impegnata nel contrastare il fenomeno laddove è troppo pressante e inaccettabile e l’appello di Bramezza è assolutamente fondato».
Nel mondo del volontariato però l’invito è a non generalizzare. «C’è una tendenza ad assolutizzare», rileva Giancarlo Ruffato del centro per l’immigrazione del Veneto Orientale, che ha sede in via Svezia alla casa del volontariato, «sicuramente è opportuno contrastare quelle forme di accattonaggio insistenti e pressanti che rasentano molestie o peggio violenza. Inoltre non è bene abituare queste persone a prendere la carità perché poi si adagiano. Però ci cono casi di mamme con bambini, situazioni al limite di chi magari ha bisogno di spiccioli per prendere il latte».
«È giusto», prosegue, «in qualche modo capire, riflettere e dove possibile selezionare quella che è una disperata richiesta di aiuto immediata. A quelle persone che chiedono la carità l’invito è quello di presentarsi piuttosto nelle nostre associazioni perché in molti casi possiamo aiutarli se ci sono oggettive condizioni di difficoltà e indigenza. Ci siamo noi, le altre associazioni di volontariato, l’efficiente mensa sociale e quindi la rete non manca in questa città». (g.ca.)
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia