Spese gonfiate per i restauri patteggiano marito e moglie

L’architetto Marco Brancaleoni ha risarcito l’Ente Ville Venete con 80 mila euro Sei facoltosi proprietari di dimore storiche e due tecnici rischiano il processo
Di Giorgio Cecchetti

Due anni di reclusione per lui, l'architetto veneziano Marco Brancaleoni e tecnico dell'Ente regionale Ville Venete, e un anno per la moglie Chiara e per entrambi pena sospesa grazie alla condizionale. Il pubblico ministero Paola Tonini, che ha coordinato le indagini e che nella primavera di tre anni fa aveva anche ottenuto l'arresto del professionista, ha dato il suo assenso al patteggiamento delle pene - richiesta avanzata dal difensore, l'avvocato Tommaso Bortoluzzi - dopo che l'architetto ha risarcito l'ente regionale con ottantamila euro. Ieri, il giudice Sara Natto ha sancito con la sua sentenza l’accordo tra le parti e si è poi dichiarata incompatibile a giudicare gli altri indagati per i quali la rappresentante della Procura aveva chiesto il giudizio: a valutare se prove e indizi siano sufficienti per mandarli a processo toccherà a un altro giudice. Ieri, intanto sono state respinte le eccezioni dei difensori che chiedevano di escludere dall’udienza le parti civili: quindi Regione ed Ente Ville Venete restano nel processo e chiederanno il risarcimento.

I reati contestati sono quelli di concorso in corruzione e truffa aggravata ai danni della Regione. Stando alle pesanti accuse, Brancaleoni si sarebbe fatto pagare fino a 10 mila euro (otto gli episodi contestati) da proprietari delle ville, per buona parte noti imprenditori finiti nell'inchiesta in qualità di corruttori, in modo da far crescere le spese sostenute per i restauri degli edifici storici. In questo modo avrebbero ottenuto contributi più consistenti dall'amministrazione regionale per alcune decine di migliaia di euro e truffando così l'Ente Ville Venete, che la Regione finanzia da sempre.

Nella prossima udienza dovranno difendersi dalla richiesta di rinvio a giudizio del pm Oreste Fracasso, 89 anni, ex presidente degli industriali di Venezia e proprietario di Villa Soranzo a Fiesso d'Artico; il milanese Lorenzo Borletti, 56 anni, oggi vice presidente del Consorzio vino doc di Bagnoli e proprietario di Villa Widmann Borletti a Bagnoli; Nicola Marzaro, 43 anni, proprietario di Villa Ferramosca Sesso Beggiato di Grisignano di Zocco; Alberto Bergamini, 65 anni, imprenditore rodigino nel settore delle pelli e proprietario di Villa Martelli Piccioli a Canaro; Bruno Carraro, 57 anni di Aviano, titolare della Domovip proprietario di Villa Menegozzi Brazzodoro; Marcello Bernardini di Verona, 69 anni, proprietario di villa Albertini Fraccaroli detta "Alberta" nel Veronese. Inoltre, la richiesta di rinvio a giudizio riguarda due dei tecnici che diretto i lavori per i proprietari, l'architetto padovano Ferruccio Tasinato e il geometra di Fiesso Stefano Guzzonato.

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