«Spero che la mamma guarisca»
DOLO. «Speriamo che mia mamma se la cavi. Sono preoccupato. È già una donna con diversi problemi di salute mi auguro che tutto vada per il meglio e guarisca».
Sono le parole di Andrea Spolaore il figlio di W.S., la donna di 81 anni, ricoverata in gravi condizioni all’ospedale di Dolo in seguito a una intossicazione da inalazione dei fumi di combustione.
«Siamo stati avvertiti di quello che era successo», continua, «dai carabinieri della Tenenza di Dolo, subito intervenuti sul posto per cercare di capire la dinamica di quello che appare un incidente dovuto a un cortocircuito dell’impianto elettrico dell’abitazione contigua a quella di mia mamma». Le condizioni dell’anziana ferita sono apparse gravi ai primi soccorritori, ma, via via che passavano le ore, si sono stabilizzate e non correva più pericolo di vita. «L’appartamento in cui vive mia mamma», prosegue il figlio, «è di fatto inabitabile. Ora bisognerà capire di chi sono le responsabilità dell’accaduto». Tante persone sono arrivate per sincerarsi delle condizioni di W.S., che da sempre abita in via Dauli. Alcuni vicini di casa sono scioccati per quanto è successo.
«Questa mattina (ieri, ndr)», dice Paola Zampini che abita a due passi da dove è morta l’anziana e conosce la famiglia, «mi sono svegliata di soprassalto a causa delle sirene delle ambulanze e del gran trambusto di vigili del fuoco e carabinieri. Quando sono uscita di casa ho sentito una gran puzza di bruciato e solo in quel momento ho capito che era andato a fuoco l’edificio vicino. Conosco da sempre la signora e spero che si rimetta presto. Sono colpita dalla morte di Adele Sabadin. Era comunque una persona anziana che aveva le cure premurose del figlio». C’è però anche una segnalazione inquietante da parte dei vicini. L’odore di bruciato circolava nell’aria dalle 23 della sera precedente. Insomma, se di corto circuito si tratta, i segnali del guasto non erano assenti. Il quartiere di via Dauli, che si trova dietro la chiesa di San Rocco, è un’area storica del capoluogo rivierasco. È abitata però da vent’anni a questa parte prevalentemente da persone anziane e anche gli edifici fanno parte di un patrimonio immobiliare piuttosto vetusto, che avrebbe bisogno continuo di manutenzioni e ristrutturazioni.
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