Ecco il piano industriale Speedline: c’è anche il settore della Difesa

I commissari ipotizzano una crescita della produzione di cerchioni destinati ai mezzi blindati

Francesco Furlan
L’esterno dell’azienda Speedline di Santa Maria di Sala
L’esterno dell’azienda Speedline di Santa Maria di Sala

Speedline va di corsa. E per il rilancio dell’azienda, in una fase storica in cui in Europa si discute molto di riarmo, guarda anche al settore della Difesa.

Nei giorni scorsi i tre commissari (Maurizio Castro, Giovanni Patti e Alfonso Celotto) dell’azienda in regime di amministrazione straordinaria, che produce cerchioni in lega per il settore auto-motive, hanno presentato il Piano industriale al Mimit. E, tra la varie linee di sviluppo prospettate, c’è anche quella che riguarda il comparto della Difesa.

Santa Maria di Sala già realizza i cerchioni che Iveco monta sui blindati Lince, ma si tratta di una produzione residuale in termini di fatturato e produzione. Con i principali Paesi europei che prevedono di aumentare la spesa per la Difesa - il piano Rearm Europe - la produzione di Speedline dedicata ai mezzi blindati non cingolati, considerando anche un possibile allargamento del numero di clienti da fornire, potrebbe arrivare al 4 o anche al 5%.

Una produzione che rimarrebbe quindi contenuta, ma che racconta lo spirito dei tempi che stanno attraversando l’Italia e l’Europa. E l’adattamento delle aziende alle nuove richieste del mercato.

Nei mezzi blindati i cerchioni in alluminio sono preferiti a quelli in acciaio dalla case produttrici perché hanno una maggiore resistenza agli urti e agli scoppi. E, oltre a Iveco, in Europa potrebbero esserci altre aziende interessate ai prodotti realizzati a Santa Maria di Sala.

Più in generale il piano industriale, ora al vaglio del Mimit che lo dovrà approvare nei prossimi trenta giorni, sarà in continuità con le linee guida evidenziate già nel corso dell’amministrazione giudiziaria di cui era stato incaricato Castro, poi confermato per l’amministrazione straordinaria.

I dettagli del Piano si conosceranno nei prossimi giorni quando i rappresentanti delle organizzazioni sindacali e i rappresentanti delle istituzioni locali coinvolti nella partita verranno convocati a Roma per l’illustrazione del documento, che sfiora le duecento pagine, per il rilancio dello stabilimento.

Una produzione ad alto valore aggiunto che il territorio rischiava di perdere a causa delle due precedenti gestioni, soprattutto nell’ultimo periodo del gruppo svizzero Ronal e durante la gestione del fondo tedesco Callista che stava portando Speedline alla chiusura.

Nuovi clienti, potenziamento della produzione di cerchioni per il settore delle corse, attenzione ai nuovi mercati. Da qui ripartirà l’azienda con i suoi 250 lavoratori.

Nelle ultime settimane l’umore dei dipendenti è migliorato perché la gestione dell’amministrazione straordinaria - e i segnali positivi nei vari reparti dello stabilimento si percepiscono - sembra andare nella giusta direzione per la ripresa.

Speedline continua a vantare una presenza qualificata nel mercato e resta appetibile: per un’azienda che opera nel mercato della componentistica, per un fondo serio e non puramente speculativo, per un produttore internazionale che cerchi una base nel continente europeo. Le richieste di informazioni, da parte di fondi e società, negli ultimi mesi non sono mancate.

Tutto sta nel scegliere il partner giusto cui consegnare l’azienda, una volta che sarà ripartita. Operazione che dovrebbe concludersi nell’arco di un anno. Intanto nei giorni scorsi sono arrivati gli arretrati, da ottobre a gennaio, della Cassa Integrazione che era stata autorizzata dal ministero.

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