Sparisce la Mestre-Orte la rabbia di Confindustria
CHIOGGIA. Sparito il miraggio della Mestre-Orte, sindaco e Confindustria temono il definitivo isolamento della città e del comprensorio industriale di Chioggia-Cavarzere-Cona. Senza una linea ferroviaria diretta con Padova e Mestre, senza alternative alla Romea, alla sua pericolosità e al traffico costante, Chioggia si ritrova ora senza nemmeno la speranza di un’infrastruttura, attesa da anni, che possa rompere l’isolamento.
Nei giorni scorsi il governo ha annunciato lo stralcio dell’opera dal Def (documento economia e finanza) Infrastrutture perché ritenuta “non più prioritaria” mettendo in allarme tutta l’area sud della provincia che su quest’opera aveva riposto molte speranze. Il tema è stato al centro anche di un incontro, mercoledì, organizzato da Confindustria con oltre 50 imprenditori associati del comprensorio Chioggia-Cavarzere-Cona.
«Gli imprenditori da anni insistono sull’assoluta necessità di realizzare questo asse viario», spiega Filippo Olivetti, delegato per le infrastrutture di Confindustria Venezia, «la nostra area, da sempre isolata e marginale, ha sopportato, anche per la vicinanza a Marghera, problemi economici e occupazionali rilevanti. Per questo in particolare la tratta Mestre-Ravenna deve continuare a essere una priorità per il Governo perché può rappresentare una reale opportunità di sviluppo economico in una logica metropolitana, come cerniera tra il Veneto e l’Emilia. Pensavamo di essere finalmente vicini al risultato, visto che i primi cantieri dovevano partire a fine 2015, invece ci troviamo l’ennesimo stop. Con un colpo di penna si va a stralciare non semplicemente un collegamento viario, ma una soluzione strutturale in grado di far ripartire un intero territorio in un’ottica di lungo periodo».
A frenare gli entusiasmi del Governo per la Mestre-Orte le recenti indagini giudiziarie e i costi dell’opera (10,4 miliardi di euro) che sarebbero comunque sostenuti dai privati in cambio di agevolazioni fiscali su Irap, Ires e Iva. «Tutti ci auguriamo totale trasparenza negli appalti e rispetto della legalità», precisa il sindaco, Giuseppe Casson, «ma stralciare un’opera per questi motivi non ha senso, altrimenti non si dovrebbero più realizzare infrastrutture. Ci si dissoci dalle persone accusate di corruzione o da chi ha dimostrato di non aver rispettato la legalità, ma non dalle opere. Per noi questa infrastruttura è fondamentale per uscire da un isolamento cronico, per attirare investitori, creare occupazione e non condannare i residenti a ore di auto per raggiungere qualsiasi località».
Ora che svanisce anche la speranza di un nuovo collegamento su gomma, si accendono nuovamente i riflettori sulla mancanza di un percorso ferrato diretto e veloce con Padova e Venezia.
Elisabetta Boscolo Anzoletti
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