Spari nell’oasi di Gaggio paura tra i volontari
MARCON . Bracconieri scatenati sorpresi a cacciare nell’oasi di Gaggio: spari nella nebbia, mentre i volontari della Lipu erano impegnati in un censimento degli uccelli. Poteva avere conseguenze gravi anche per l’incolumità delle persone, oltre che della fauna, quanto accaduto nei giorni scorsi nell’area attigua all’oasi di Gaggio, nel territorio di Marcon. A denunciare l’episodio sono stati i volontari della Lipu, la Lega italiana per la protezione degli uccelli.
Il fatto è accaduto nella mattinata di sabato scorso, quando, verso le 8 i volontari della Lipu, che erano impegnati nel censimento degli animali, si sono imbattuti nel fuoco di ignoti cacciatori. Forse bracconieri che, approfittando della fitta coltre di nebbia che gravava sulla zona, sparavano intensamente. «L’attività venatoria svolta in un’area interdetta alla caccia risultava così intensa che i volontari hanno dovuto interrompere il monitoraggio e attendere il diradarsi della nebbia», spiegano dalla Lipu. Oltre che a colpire la fauna, gli spari indiscriminati dei bracconieri avrebbero potuto costituire, nella nebbia fitta, un grave pericolo per la stessa incolumità delle persone.
I volontari della Lipu hanno allertato subito i carabinieri forestali e la polizia provinciale, richiedendo un loro intervento sul posto. Purtroppo le fucilate in zona non sarebbero un fatto isolato. La stagione venatoria è giunta ormai al termine. Ma, spiegano dalla Lipu, nonostante la caccia sia quasi chiusa, nell’area dell’oasi di Gaggio si sta infierendo particolarmente nei confronti della fauna. I volontari della Lipu fanno sapere che sono state riscontrate anche molte impronte di cani, evidentemente sospinti all’interno dell’oasi allo scopo di stanare gli animali selvatici per poi, dopo averli fatti uscire, abbatterli.
«Questa forte attività di bracconaggio», aggiungono ancora dalla Lipu, «nuoce particolarmente alle specie come l’airone grigio, che sono in atteggiamento pre-nuziale».
Non va dimenticato che l’oasi di Gaggio rappresenta una delle più importanti aree naturalistiche esistenti nel Veneto Orientale. Per le sue caratteristiche ambientali, infatti, l’oasi è diventata sempre più un punto di rifugio e protezione per tante specie di uccelli. Di recente, la Lipu aveva denunciato anche due casi di sospetto avvelenamento di pennuti: due barbagianni trovati morti nel cimitero di Meolo e un colombo rinvenuto privo di vita a Mestre.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia